Finisce 3 a 0 per l’Emilia Romagna ko

Editoriali

II timori erano fondati. Anche nella squadra di sottosegretari e viceministri non c’è traccia di romagnoli doc. Si conferma così un’assenza della nostra mezza regione dal governo che induce a qualche riflessione sulla sua mancanza di peso politico. I più ottimisti si consoleranno con Piantedosi, ministro dell’Interno, che è stato commissario a Imola. O con Montaruli, sottosegretario all’Università, commissario provinciale di Fdi a Rimini, ma è torinese ed è stata eletta in Piemonte. Come sempre è andata meglio all’altra metà del cielo, l’Emilia, premiata con Sgarbi alla Cultura come sottosegretario. Il critico d’arte ferrarese si era proposto come ministro ma dovrà accontentarsi. Con lui al governo anche due bolognesi: Bignami (Infrastrutture) e Borgonzoni (Cultura).

È andata male anche alla paracadutata Saccani Jotti, eletta a Forlì-Cesena dove si è vista una sola volta di sfuggita: ministero dell’Università sicuro per lei alla vigilia, ma sfumato a favore della collega Bernini. Il forlivese doc Morrone, infine, era in corsa per il ruolo di sottosegretario alla Giustizia ma è stato sorpassato.
Per il resto è il vuoto, salvo aggrapparsi alla presenza sulle spiagge dei leader politici. Salvini a Milano Marittima è di casa, Meloni e Tajani sono stati al Meeting di Rimini, altri avranno fatto il bagno a Cesenatico, frequentato una discoteca a Riccione, mangiato una piadina ai chioschi. La Romagna è destinata a soffrire.

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