Fiera di Rimini, Cagnoni: "Il settore è ripartito, il 2023 anno del recupero"

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Il Macfrut inaugurato martedì mattina ha riaperto il sipario sulle grandi fiere in presenza e il presidente di Ieg Lorenzo Cagnoni ha colto subito l’occasione per sottolineare come “l’integrazione societaria tra Rimini, Cesena e Forlì per lo stesso Macfrut e FierAvicola sia un esempio di collaborazione strategica territoriale che può essere assunto come modo di ragionare valido anche per altre realtà”. Inevitabile il riferimento al “matrimonio” con Bologna in itinere da tempo, in un momento storico in cui i temi sul tavolo sono tanti: dal nuovo piano industriale figlio dell’emergenza Covid alla ripartenza vera e non in remoto che a Vicenza in questi giorni si concretizzerà con VicenzaOro. Partite vitali che la figura alla guida della Fiera di Rimini da ben 26 anni affronta con la determinazione e l’entusiasmo dei primi giorni di carica.

Presidente Cagnoni, sembra finalmente la volta buona dopo la ripartenza 2020 e il nuovo stop per la pandemia. Vaccini e green pass dovrebbero essere garanzia di una programmazione nuovamente continua: che autunno si aspetta?

«Sarà l’autunno della ripresa e della ripartenza anche nel nostro settore: già in questi giorni si affacciano le prime importanti manifestazioni, eventi che non possono che darci ottimismo, ma bisogna essere molto cauti perché i tempi di ritorno alla normalità potrebbero essere più dilatati di quelli che vorremmo aspettarci. In alcuni settori cogliamo infatti uno spirito straripante e grande voglia di partecipare e investire, in altri resta invece ancora una certa timidezza. Come Ieg, fra Vicenza e Fiera di Rimini, abbiamo comunque aspettative di buoni risultati nelle nostre manifestazioni leader, anzi sono al momento addirittura superiori alle attese: nessuno si immagini però si riparta a ranghi larghissimi, siamo consci che risentiremo delle difficoltà che ci stiamo lasciando alle spalle».

Quanto sono costati a Ieg questi due anni a singhiozzo?

«Il 2020 si è chiuso una perdita a bilancio di quasi 12 milioni di euro, una delle più piccole a livello nazionale perché abbiamo potuto sfruttare gennaio e febbraio che per noi erano mesi pieni di eventi e iniziative. Sul 2021 le prospettive ancora non sono precise, ma non avremo certo una chiusura di segno positivo, il 2022 dovrebbe essere finalmente l’anno di vera uscita dal tunnel e vedremo con quali numeri».

Un anno fa disse che per un ritorno ai fatturati 2019 si sarebbe dovuto attendere il 2023: è ancora dello stesso avviso o le aspettative sono cambiate?

«Diciamo che se il Pil nazionale recupererà davvero i valori pre Covid già nel primo semestre 2022, noi e il settore fieristico prevediamo un recupero pieno dei valori 2019 nel corso del 2023. Ci dicevano che erano previsioni troppo ottimistiche, ma mi sento di confermarle».

A che punto è il nuovo piano industriale quinquennale predisposto anche in ottica integrazione con Bologna?

«Avevamo in corso un progetto industriale che faceva perno su una nuova politica di investimenti per cercare di cogliere potenzialità di sviluppo secondo noi esistenti sul mercato e si tratta ora di approfondire se le mantengono nelle condizioni aggiornate di oggi. Tutti devono infatti pensare a previsioni di medio e lungo termine e stiamo quindi mettendo mano e valutando le prime ipotesi: ritengo avremo basi robuste e convinte, con previsioni di crescita e sviluppo che partono in primis dalla possibilità di recuperare i danni e i guasti della pandemia. Già all’inaugurazione di Macfrut e FierAvicola si coglievano e ascoltavano nelle valutazioni degli operatori e dei visitatori i segni di un sentimento contagioso e una grandissima spinta a riprendere il percorso di sviluppo e crescita che il Paese sta attendendo: ritengo che ce ne siano i presupposti e che noi ne saremo interlocutori e protagonisti. A fine settimana si aprirà ad esempio VicenzaOro, che ha in sé tutti i contenuti di fiducia e gli indici di crescita appena citati visto che avrà 800 espositori e sta registrando un interesse a livello nazionale ed europeo molto importante in attesa di ritrovare anche i nostri interlocutori più lontani. Lo stesso discorso vale per Ecomondo, Ttg e Sigep che si terranno nei prossimi mesi qui a Rimini: siamo pronti a fare la nostra parte».

Sul “matrimonio” con Bologna come si sta procedendo? Ci sono novità?

«Come ho detto al taglio del nastro martedì, l’operazione Macfrut è piccola ma carica di significati: l’abbiamo avviata anni fa, lockdown e pandemia ci hanno bloccati e tutto è venuto a completamento in queste giornate con il battesimo di un’iniziativa che vedeva sulla carta una collaborazione delicata, perché la gelosia territoriale è micidiale. Siamo invece riusciti a mettere insieme le ambizioni di Forlì, Cesena e Ieg in un cocktail ben riuscito. Questo ribadisce il fatto che abbiamo nella manica il desiderio e l’intenzione programmatica delle integrazioni e in particolare di quella con Bologna: quando riprenderanno le discussioni, saremo preparati e interessati. Dopodiché i pronostici non si fanno, attendiamo questo secondo round di incontri e siamo ottimisti».

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