"Fellini anarchico", nuovo libro di Goffredo Fofi
Furono per primi due francesi, il critico André Bazin e più tardi lo scrittore Daniel Pennac, a parlare di un «Fellini anarchico» e cosciente di esserlo. D'altronde il suo cinema – sempre attento ai marginali, di cui racconta i confusi tentativi di rivolta e la fatica di vivere – si è avvalso di geniali sceneggiatori come Ennio Flaiano, Tonino Guerra o Bernardino Zapponi, alcuni dei quali dichiaratamente anarchici. Ed è indubbio che anche l'humus romagnolo e il giovanile confronto con il fascismo abbiano influito sulla sua visione della società, come risulta evidente in Amarcord, il suo film più autobiografico. Ma la diversità felliniana è altrettanto evidente in capolavori come Otto e mezzo o La dolce vita, in cui il regista prefigura la mutazione antropologica in atto in Italia, sancendo al contempo la sua irrecuperabilità di artista a un qualunque ordine borghese. Sono però le sue ultime opere – Satyricon, Casanova e La voce della luna – quelle in cui la narrazione si fa metafora e giudizio, rendendo infine esplicita l'irriducibile distanza di Fellini da una società che non a caso ci mostra nella sua degenerazione festaiola e conformista, nell'euforia consumista della «sagra dello gnocco»… |
GOFFREDO FOFI (Gubbio 1937) si è occupato di critica cinematografica e letteraria, ha diretto e fondato riviste di interesse culturale e politico – da «Quaderni piacentini» a «Lo straniero », da «Linea d’ombra» agli «Asini» – e ha partecipato a moltissime esperienze di intervento sociale ed educativo dalla metà degli anni Cinquanta a oggi, in particolare a Palermo, Roma, Torino, Milano e Napoli. Autore di numerosi libri e pamphlet, tra cui Totò. L’uomo e la maschera (2017), Salvate gli innocenti. Una pedagogia per i tempi di crisi (2014), Strana gente. Un diario tra Sud e Nord nell’Italia del 1960 (2014), Alberto Sordi. L’Italia in bianco e nero (2015), Le zone grigie. Conformismo e viltà nell’Italia di oggi (2010), con elèuthera ha inoltre pubblicato Da pochi a pochi, appunti di sopravvivenza (2006), Il cinema del no, visioni anarchiche della vita e della società (2015) e L’oppio del popolo (2019). |