Famiglie arcobaleno e trascrizioni. Il sindaco di Rimini: “Vuoto da colmare”. Il sindaco di Bellaria: “Non mi sembra la priorità del Paese”

Ci voleva un sindaco leghista, Mario Conte, di Treviso, a rompere il fronte anti-trascrizioni. E a proseguire le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali nati attraverso il metodo della maternità surrogata. Una scelta politica la sua, in forte disaccordo con la linea del suo stesso governo che, sulla scorta di una recente sentenza della Corte di Cassazione, ha inviato una circolare ai prefetti e da lì ai sindaci per avvertirli del divieto di trascrizione sancito dalla legge e ancor di più dalla giurisprudenza.

Spontaneo sorge, allora, l’interrogativo: come la pensano i primi cittadini della Riviera, quasi tutti di centrosinistra? Commenta il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad: «Abbiamo le mani legate. Perché la legge non ce lo consente. Altrimenti lo avremmo fatto, nell’interesse dei minori in primis. Comunque, insieme ad altri Comuni stiamo facendo rete per cambiare la legge in tempi rapidissimi. Perché parliamo di persone, di famiglie. Il vuoto normativo deve essere colmato, senza lasciare nell’incertezza i Comuni e soprattutto senza risposte e senza diritti le persone».

È un coro unanime quello dei sindaci. Con alcune sfumature, però: una di centrosinistra, e l’altra, decisamente più evidente, di centrodestra. Come quella del sindaco di Bellaria Igea Marina, Filippo Giorgetti: «Non mi sembra questa la priorità del Paese. Anche se i diritti delle persone e dei bambini, e il diritto alla diversità, sono fondamentali. Ma cambiare una legge per favorire le trascrizioni dei figli nati attraverso la maternità surrogata non mi pare un’urgenza. Credo che l’onorevole Nichi Vendola o altri possano fare scelte di vita liberamente, ma che pretendano di cambiare l’assetto istituzionale, la storia e le tradizioni di un Paese, mi sembra eccessivo. Detto ciò, io mi adeguo alla legge e non farò trascrizioni».

Sottolinea, invece, la collega di Cattolica Franca Foronchi: «Questi sono argomenti delicati. Nel nostro programma elettorale c’è la difesa dei diritti civili. Però ritengo che davanti a temi come quello delle trascrizioni ci vogliano riflessioni approfondite, prima di parlare di norme da introdurre. Come, del resto, avvenne ai tempi della legge sull’aborto. Per adesso, quindi, non posso che adeguarmi alle normative in vigore».

Ma se la sindaca della Regina si avventura in una sorta di equilibrismo dialettico-politico, quella della Perla verde ci va giù diretta. Dice, infatti, Daniela Angelini, prima cittadina di Riccione: «Fermo restando che non abbiamo richieste in corso e la legge attuale neppure ce lo consente, se provvedessimo con le trascrizioni gli atti verrebbero annullati dalla Procura. Ritengo necessario che la politica e la legge si adeguino a un bisogno primario che è quello di dare certezze di vita a bambini e genitori. Per questo sono a favore di una norma che faciliti le trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali».

Chiosa il sindaco di Misano, Fabrizio Piccioni: «Capisco quei colleghi che decidono di trascrivere, trasgredendo la norma. Ma bisogna essere consapevoli che l’atto prodotto è nullo. Per questo non procederemo in quel senso. Ritengo necessaria una normativa ad hoc, che superi l’attuale e permetta queste registrazioni».

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