Fallimenti a Ravenna: il settore energetico è il più colpito

Tornano a crescere i fallimenti in provincia di Ravenna, dopo due anni di flessione. Sono 57 le procedure fallimentari aperte nel 2019 contro le 42 del 2018 e le 46 del 2017. La variazione è piuttosto importante: i fallimenti sono cresciuti del 33%. Nell’ultimo quinquennio, solo il 2016 era stato peggiore (64) mentre l’anno precedente si era concluso con 52 procedure aperte.
I settori più colpiti
La maggior parte delle imprese (14) opera nel settore energetico, minerario e manifatturiero, con un aumento del 55,6% rispetto al 2018. Segno evidente di quanto sia in sofferenza l’indotto che opera attorno all’Oil&Gas. Tuttavia l’annus horribilis del settore era stato il 2015, quando i fallimenti erano stati ben 33.
Tornando al 2019, sono 13 le ditte edili finite a gambe all’aria, 10 quelle operanti nel commercio. Sono 7 invece le aziende fallite attive nel turismo, stesso numero di quelle che offrivano servizi alle imprese. In 4 operavano nei trasporti e nelle spedizioni. Un caso di fallimento nel settore assicurativo e creditizio. Una società, infine, opera in un settore non classificato secondo i canoni della Camera di Commercio. La maggior parte delle imprese ha come forma giuridica la società di capitali (42 aziende), altre 9 sono società di persone; 4 le imprese individuali e 2 quelle sotto altre forme giuridiche.
Concordati e liquidazioni
I concordati e le altre procedure concorsuali sono sette in tutto (tre nel settore edile, quattro nel commercio) mentre gli scioglimenti e le liquidazioni volontarie sono state 520. In questo caso il trend è in leggero calo rispetto al 2018 (-0,2%) ma non nelle società di capitali dove si contano 221 imprese che hanno chiuso i battenti seguendo questa strada, con una crescita sul 2018 del 7,8%.
Quanto dura un fallimento
Secondo l’ultimo rapporto Cerved (risalente al 2019) una procedura fallimentare a Ravenna dura in media 6 anni e 7 mesi. Il dato prende in analisi i fallimenti chiusi nel 2018 ma l’ordine di grandezza non dovrebbe discostarsi molto anche nel 2019. In Italia una procedura fallimentare si chiude mediamente in 7,1 anni. In Romagna il tribunale più celere è quello riminese (4 anni e 4 mesi) mentre a Forlì servono 4 anni e 9 mesi. Il rapporto contiene anche dati interessanti sul costo che ha, per un’impresa, tenere in pancia crediti deteriorati. Seguendo la media italiana, il valore del bene da liquidare si riduce al 16,8%. Una velocità maggiore, però, potrebbe far salire il valore di tali crediti anche del 30%. Ciò significa in altre parole che un bene derivante da procedure fallimentari dal valore di cento euro ne varrà solo 16,8 se il procedimento si chiude in poco più di sette anni. Se però quei valori fossero «incardinati in tribunali più rapidi potrebbero salire fino a quasi 22 euro».

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