Faenza, Vinicio Marchioni al Masini con "I soliti ignoti"

Un film tanto sagace nel disegnare l’Italia fra dopoguerra e boom, che il suo titolo è stato ripreso da un famoso “game show”, uno di quelli che “lanciano” telegiornali e serate televisive di milioni di italiani. La “prima” del ri-allestimento della versione teatrale di “I soliti ignoti” inaugura la stagione di “Contemporaneo” oggi, 12 dicembre (ore 21) al teatro Masini di Faenza. Nell’adattamento firmato da Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli, il primo per il teatro del film del 1958, sono in scena Giuseppe Zeno e Vinicio Marchioni, che cura anche la regia, con Paolo Giovannucci, Salvatore Caruso, Vito Facciolla, Antonio Grosso, Ivano Schiavi, Marilena Annibali. Annoverato nella lista dei “cento film italiani da salvare”, “I soliti ignoti” era basato sulla sceneggiatura di Suso Cecchi D’Amico, Age e Scarpelli e del regista Mario Monicelli, a loro volta ispiratisi al racconto “Furto in una pasticceria” di Italo Calvino. Il film fu candidato all’Oscar come “migliore film straniero”, e resta uno dei capisaldi del cinema italiano con i suoi personaggi in bilico fra una vita dignitosa e la sopravvivenza, ma alla tenace ricerca della “svolta”. Capannelle, Ferribotte, Cosimo, “Er Pantera”… restano nella memoria degli spettatori anche grazie alle interpretazioni di alcuni dei maggiori attori che il nostro paese abbia avuto. Non facile quindi confrontarsi con l’opera: la scelta è stata allora di una sostanziale fedeltà alla sceneggiatura originale, senza però rinunciare a trovate di scrittura e di regia per renderla più vicina ai nostri tempi. «Ci sono film che segnano la nostra vita e “I soliti ignoti” per me è uno di questi – commenta del resto Vinicio Marchioni –. Come uomo mi sono divertito e commosso di fronte alle peripezie di questo gruppo di scalcinati ladri. Come attore mi sono esaltato davanti alla naturalezza con cui recitano mostri sacri come Mastroianni e Gassman. Come regista ho amato il perfetto equilibrio con cui Monicelli rende un argomento drammatico in modo leggero. Così l’idea di curare l’adattamento teatrale del film mi ha immediatamente conquistato: è una storia bella e necessaria e ci parla del presente immergendoci in un passato da cui emergono l’urgenza dei personaggi di superare la miseria che li affligge, ma anche la vitalità indistruttibile e la magia di un’Italia verso cui proviamo nostalgia e tenerezza». Biglietti: 29 a 27 euro. Info: 0546 21306

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