Smog a Faenza, allarme degli ambientalisti: “Bambini a rischio, serve uno studio”

Faenza
  • 12 febbraio 2024

«Siamo profondamente preoccupati dalla situazione di grave inquinamento dell’aria che imperversa da settimane su Faenza, così come in tutta la pianura Padana». A lanciare l’allarme è l’associazione ambientalista Faenza Eco-Logica che stigmatizza i valori sballati di polveri sottili presenti in questi giorni soprattutto nella zona nord della città che, nonostante le piogge di queste ultime ore, aprono a interrogativi sui rischi per i cittadini.

«A Faenza da metà gennaio il PM10, come rivelato dall’unica centralina (posta nel Parco Bertozzi), ha superato la soglia critica (50µg/m3 media giornaliera) per ben 7 giornate - scrive Faenza Eco-Logica - rimanendo comunque per il resto delle giornate poco sotto la soglia, quindi su valori allarmanti per la salute umana, soprattutto per i bambini. La centralina inoltre è localizzata dentro ad un parco e lontana dall’ autostrada e dagli impianti industriali. Nonostante le ripetute richieste, non è stata ancora installata una centralina fissa in via Granarolo per rilevare la qualità dell’aria. Si può solo immaginare quindi, cosa respirano i cittadini nel quartiere nord». Il risultato per l’associazione è una sorta di «aerosol di polveri sottili e altri inquinanti, dannosi per la salute». Per Faenza Eco-logica sarebbero poco convincenti le risposte date finora da Comune e Regione: «La regione ha varato l’ennesimo Pair (Piano Aria Integrato 2030). Servirà a qualcosa o sarà inutile come i precedenti? Quello che serve lo sappiamo - si legge in una nota - Piantare alberi (e non abbatterli), non cementificare zone verdi con nuove costruzioni (che siano tangenziali o villette), limitare il traffico e investire su mezzi pubblici, che a Faenza sono molto scarsi, non ci sono nelle ore serali e difficilmente raggiungono la zona nord, dove sono concentrati cinema, Inps, luoghi di lavoro».

Critiche anche al piano urbano di mobilità sostenibile: «Il Pums non ha fatto passi avanti da quando è stato approvato, non c’è stato un aumento delle zone pedonali o ztl (anzi le strade scolastiche sono quasi smantellate). Oltre alla necessaria limitazione del traffico, urge però imporre uno stop alle centrali a biomassa e altri impianti fonti di emissioni, almeno nei giorni di aria più inquinata. I cittadini della zona nord da tempo lamentano odori nauseanti, bruciore alla gola. Non è mai stato condotto - conclude l’associazione - uno studio epidemiologico sulla salute dei cittadini di Faenza, in particolare della zona nord, dove ricordiamo, insistono ben cinque centrali a biomassa (di cui una brucia anche rifiuti), industrie ceramiche e altri impianti. Il protocollo sottoscritto da sette aziende presenti nell’area industriale e dal Comune, è fermo al 2020. Prevedeva una concertazione fra le aziende e il Comune sugli interventi di mitigazione utili al miglioramento della situazione ma, a distanza di 4 anni, nulla è cambiato».

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