Lo hanno trovato nelle colline faentine. Debole, debilitato, in evidenti condizioni critiche. Un lupo, che pur inserito nel suo habitat, rischiava di non farcela se nessuno fosse intervenuto per soccorrerlo. Catturato, è stato affidato dal centro recupero selvatici Amici degli animali alla clinica veterinaria di Russi. E’ la prima volta che viene registrato il recupero di un esemplare di questo tipo, fatta eccezione del caso di un cucciolo salvato nel 2021. Il lupo è stato sottoposto alle prime cure, che in parallelo sono andate avanti insieme agli accertamenti attivando un protocollo di condivisione tra i veterinari della clinica di Russi e altri centri di recupero nazionali, in particolare con Il Pettirosso di Reggio Emilia, specializzato nell’affido a lungo termine di canidi selvatici.
Avvistamenti in aumento
Nel Ravennate già da tempo si registrano avvistamenti. Se la presenza del lupo nelle nostre pinete è ormai stata accertata dalle fototrappole, le segnalazioni non mancano anche nelle campagne dell’entroterra. «Il fenomeno – spiega Matteo Galliani, responsabile della clinica veterinaria di Russi e direttore sanitario del Centro recupero avifauna di Ravenna – è dovuto alla crescita della popolazione dei lupi, unita all’abbondanza di prede, che li ha spinti in territori fino ad anni fa a loro sconosciuti. Per questo motivo è alta l’attenzione generale da parte di ambientalisti e associazioni che seguono il mondo della caccia e dell’agricoltura. Il fine è valutare l’impatto generale della presenza del lupo nel territorio sulla fauna selvatica». In questo contesto, il Centro recupero avifauna è in contatto con altre strutture specializzate per la gestione di canidi selvatici. Il piano collaborativo mette a disposizione il settore ambulanze per gli animali della clinica di Russi e altri servizi come la teleanestesia e altre attrezzature specializzate. Ecco allora che anche per il lupo catturato nei giorni scorsi sono stati messi sfruttati gli strumenti diagnostici solitamente utilizzati per gli animali domestici, al fine di arricchire le informazioni e creare una sorta di osservatorio sulle malattie che possono colpire esemplari selvatici e domestici. Tutte queste vengono infine condivise con i centri studi sul lupo, che si occupano di monitoraggio.