Risparmi ripuliti a coniugi faentini: condannata la vicina "colf"

Faenza

Da bracciante agricola, oltre ai campi, aveva coltivato il rapporto con i propri datori di lavoro. Se li era fatti amici al punto che con l’andare del tempo, divenuti questi anziani, ne era diventata pure la badante. Ieri l’ex dipendente, vicina di casa di due coniugi residenti nel Faentino, è stata condannata per circonvenzione d’incapace.

La donna, difesa dall’avvocato Laerte Cenni, ha cercato di giustificare i soldi ricevuti tra il 2019 e il 2020 definendoli frutto di un sincero legame di lunga data, come pagamento per alcuni favori domestici. Per il figlio e la figlia della coppia, invece, (assistiti dagli avvocati Nicola Montefiori e Alice Rondinini) la vicina sarebbe invece riuscita a introdursi in casa dei genitori per spolparli dei risparmi messi da parte nel corso della loro vita. Si sarebbe fatta consegnare i loro averi, convincendoli a vendere le attrezzature agricole e prosciugandogli i conti al punto da costringerli a chiedere soldi in prestito ai conoscenti. Di testimonianze, le parti civili ne hano raccolte quasi una decina, tra parenti e conoscenti che avrebbero elargito migliaia di euro all’anziano. Alla fine il danno patrimoniale quantificato si aggira tra gli 80mila e i 90mila euro.

Un’ipotesi che già aveva portato la Procura a chiedere la condanna a 3 anni per Lenora Marchetti, 53enne originaria di Travagliato: ieri il giudice per l’udienza preliminare Janos Barlotti l’ha condannata a un anno e otto mesi.

La morte sospetta

Ad assistere alla sentenza, ieri mattina, non c’era nessuno dei due anziani. Il marito è infatti morto a inizio anno. Ricoverato pochi giorni prima di Natale, è morto in ospedale dopo un paio di settimane, alla vigilia dell’Epifania. Tant’è che pure sulle circostanze che hanno portato al decesso dell’anziano, raggiunti gli 84 anni, c’è un’ulteriore inchiesta tuttora aperta. Qualcosa infatti non convince il figlio del defunto. A chiamare i soccorsi, il 23 dicembre scorso, sarebbe stata infatti proprio la vicina di casa. La stessa donna sospettata già da un paio d’anni dal figlio dei due anziani di averli aggirati e depredati approfittando della loro lucidità ormai altalenante. Per questo alla morte dell’84enne il sostituto procuratore Cristina D’Aniello ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di maltrattamenti, iscrivendo la 53enne nel registro degli indagati.

Dall’autopsia, affidata al medico legale Donatella Fedeli, non sarebbero tuttavia emersi elementi riconducibili a presunti maltrattamenti. Esito che ha portato la Procura a chiedere l’archiviazione, ma sulla quale le difese dei familiari del defunto ora si sono opposti.

La vicina in quel momento era a casa dei coniugi, come di consueto. E’ stata lei a contattare i soccorsi, dando tuttavia ai sanitari il numero sbagliato dei figli dell’anziano. Un errore che le parti civili vedono con un certo sospetto, anche alla luce dei pregressi problemi con quella donna, così vicina ai genitori. Era stata sempre lei, in passato a denunciare il figlio dei coniugi per maltrattamenti. Accuse tuttavia rivelatesi totalmente prive di fondamento.

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