FAENZA. Il gup di Bologna Roberta Malavasi ha condannato a 16 anni e otto mesi, pena superiore rispetto ai 15 anni chiesti dal pm Beatrice Ronchi, il 44enne uzbeco Rinat Umarov, arrestato a Faenza nel novembre dello scorso anno e accusato di sequestro a scopo di estorsione per avere, secondo l’ipotesi accusatoria, ideato il sequestro del manager italiano Stefano Guidotti, rapito a Mosca il 28 giugno dell’anno scorso e liberato dopo 36 ore dalle forze speciali russe. La sentenza è stata emessa al termine del processo con rito abbreviato. Umarov viveva in provincia di Ravenna dall’inizio della guerra in Ucraina e in passato aveva collaborato con la Siad, l’azienda bergamasca che produce gas tecnici industriali per cui lavora Guidotti, collaborazione poi interrotta dalla stessa società. Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, subito dopo il sequestro Umarov si incontrò con un dirigente della Siad in un ristorante di Imola per discutere del rilascio di Guidotti. A quell’incontro, durante il quale non fu definita una cifra per il rilascio del manager, non ne seguirono altri, visto che poco dopo ci fu il blitz con cui le forze speciali russe liberarono Guidotti a Brjansk, cittadina a 400 chilometri da Mosca, e arrestarono i sequestratori. In sostanza, per la pubblica accusa il 44enne fu la ‘mente’ del sequestro, mentre secondo i difensori di Umarov, gli avvocati Gabriele Bordoni e Gino Bottiglioni, che avevano chiesto l’assoluzione del loro assistito, il 44enne era estraneo ai fatti e si interessò alla vicenda in un secondo momento, e solo per aiutare ad ottenere la liberazione del manager. Nel procedimento erano costituiti parte civile Guidotti, l’amministratore delegato della Siad e la stessa azienda.
Manager rapito a Mosca, condannato a oltre 16 anni l’uzbeko arrestato a Faenza