Quindici anni di reclusione per sequestro di persona a scopo di estorsione. È la richiesta avanzata dalla pm della Direzione distrettuale antimafia di Bologna, Beatrice Ronchi, nei confronti di Rinat Umarov, 44enne uzbeko arrestato a Faenza nel novembre 2024 da carabinieri del Ros e polizia dello Sco. L’uomo è ritenuto l’ideatore del rapimento di Stefano Guidotti, capo dell’ufficio di rappresentanza in Russia del gruppo Siad, produttore di gas tecnici industriali. Guidotti era stato prelevato nel centro di Mosca il 28 giugno 2024 e liberato il giorno successivo dalle forze speciali russe. Umarov, in passato consulente della stessa azienda, sarebbe stato allontanato prima del sequestro. Secondo le indagini, dopo il rapimento avrebbe contattato la Siad e incontrato un manager nell’Imolese – in contatto con la polizia – per discutere del pagamento del riscatto. Il giorno seguente era previsto un nuovo incontro, ma la polizia russa aveva già arrestato i quattro sequestratori. Il processo si svolge con rito abbreviato davanti al gup Domenico Truppa, che ha rinviato l’udienza al 25 novembre, data in cui verrà pronunciata la sentenza.
I difensori di Umarov, Gabriele Bordoni e Gino Bottiglioni, hanno chiesto l’assoluzione: «Il fatto sussiste, ma non fu lui a commetterlo», hanno sostenuto, chiedendo in subordine la derubricazione del reato in sequestro non a fini di estorsione. «Come già accaduto in passato – ha ricordato Bordoni – Umarov sarebbe intervenuto su richiesta della stessa azienda per tentare di favorire il rilascio del connazionale, come aveva già fatto nel 2018 in un episodio analogo». Parti civili nel processo sono Stefano Guidotti, l’amministratore delegato della Siad e la società stessa.