La nuova vita di Michela da Faenza agli Usa: “Insegno inglese e anche a preparare tortelli e tagliatelle”

faenza
carla dini
«Ecco la mia vita a stelle e strisce ma niente regge il confronto con la Romagna». Ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti nel 2017 dopo aver conseguito la laurea in Scienze della formazione a Rimini.
A convincere la faentina Michela Montaguti è stato un amore “alla seconda” perché ha scoperto di aspettare un bambino dal ragazzo con cui all’epoca era fidanzata, e che ora è suo marito.
L’aveva conosciuto nel 2011 a 18 anni in un gruppo Facebook lanciato per organizzare un viaggio tra studenti stranieri.
Montaguti, cosa ha imparato oltreoceano?
«Se una cosa l’America mi ha dato, dal 2017, è il saper spingere i miei limiti sempre di più, senza dire mai “non ce la faccio” bensì “ce la farò”».
Un esempio?
«Ho conseguito due lauree per insegnare inglese e in entrambi i casi portavo in grembo uno dei miei figli, Alessandro, che ora ha 8 anni e Cesare che ne ha due».
Di cosa si occupava in particolare in Romagna?
«Passavo il mio tempo sui libri ma davo una mano anche come cameriera o baby sitter».
E adesso?
«Sono una docente di inglese ma insegno anche a preparare tortelli e tagliatelle nella casa dove abito con mio marito e i nostri bambini. Era l’abitazione della sua bisnonna e, visto che risale al 1920, da queste parti è reputata antichissima. Ogni volta ospito al massimo dieci persone, di età variabile: dai ventenni agli over 60. Ho cominciato nel 2019 quando cucinavo per persone che non si conoscevano accogliendole nel mio home restaurant. Finché si sono innamorati delle mie ricette e hanno chiesto a gran voce lezioni di cucina».
Qual è la reazione dei suoi allievi, mattarello alla mano?
«Sono stupiti dalla consistenza morbida della pasta, abituati come sono a quella del supermercato, e non si aspettano che sia così facile prepararla. Quanto al ragù do la ricetta senza seguirli step by step (passo dopo passo, ndr)».
Quanto costa nello specifico una lezione?
«Il costo si aggira sui 110 dollari e include aperitivo con tagliere e focaccia fatta in casa, vino illimitato e la cena».
Che differenza c’è fra le scuole americane e quelle italiane?
«In America c’è meno rigidità sul programma e maggior spazio per le strategie di insegnamento e la libera espressione degli studenti, oltre che laboratori fantastici. Tuttavia nelle scuole pubbliche sono più marcate le differenze sociali. Le scuole, in sostanza, riflettono il quartiere dove sorgono».
Cosa porta in aula di romagnolo?
«La solarità, tant’è che lascio qualunque problema sulla soglia».
Cosa l’ha colpita degli americani?
«Il fatto che adorino gli italiani. Una costante che vale doppio per gli italoamericani, molto più nazionalisti di noi».
Ha votato alle ultime elezioni avendo la doppia cittadinanza?
«Sì per Kamala Harris che però ha perso».
Ora però c’è Donald Trump. Come la mettiamo?
«Progettiamo di tornare in Romagna fra un anno e mezzo, a Brisighella, vicino a Faenza dove vivono i miei. Per i nostri figli vogliamo meno criminalità e più vita all’aria aperta».