Faenza, vendemmia anticipata dal super caldo, ma qualità garantita

Vendemmiare prima di Ferragosto, ovvero iniziare già questa settimana con quelle varietà di uva bianca precoce per le basi spumante: Pinot e Chardonnay. E’ quanto sta accadendo quest’anno, considerato il caldo nei mesi di luglio e agosto a cui sono esposti i vigneti.
Ciò non pregiudica la qualità e nemmeno la quantità, «anzi – riferisce il presidente della Coldiretti provinciale, Nicola Dalmonte – ci aspettiamo in generale la migliore vendemmia degli ultimi cinque anni, questo ovviamente se non vi saranno particolari cambiamenti climatici, tipo piogge incessanti nella seconda metà di agosto. E’ favorevole invece una buona escursione termica giorno/notte».
Una vendemmia anticipata insomma non riflette alcuna problematica sul prodotto: «Quando i requisiti e i parametri ci sono tutti – continua Dalmonte –, compresa la gradazione, è giusto vendemmiare». Per quanto riguarda il Ravennate e la collina faentina, si comincerà con quelle uve per base spumante appunto, che hanno una produzione per ettaro più bassa degli standard della nostra zona, rappresentati da Sangiovese, Trebbiano e Albana, la cui vendemmia è prevista ad inizio settembre.
La prima vendemmia sarà manuale, e non meccanizzata, per via delle quantità limitata e vista la destinazione finale a spumante del prodotto che prevede un capitolare di trattamento delicato del grappolo.
Una criticità può essere la siccità ma nel nostro territorio «andiamo meglio di altre zone e di altre annate – riferisce il presidente - : nei fiumi scorre ancora acqua e nessun problema di approvvigionamento idrico dovrebbero avere le zone coperte e servite dal Cer o da bacini artificiali. Dal punto di vista atmosferico ci sono state stagioni maggiormente impattanti».
A livello regionale si stima un aumento della produzione del 10% rispetto al 2023 che è stata scarsa, sotto la media degli ultimi cinque anni. Non tutte le aree però sono uguali, in certune zone collinari dell’Emilia Romagna l’incognita della siccità e della scarsa disponibilità d’acqua a uso irriguo è una variabile che potrebbe ridurre sensibilmente il raccolto e in particolare quello dei vitigni a maturazione tardiva.
«Vogliamo comunque essere ottimisti: la produzione torna a crescere – spiega il nuovo presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Emilia Romagna, Renzo Pelliciari – le uve sono sane, in grado di raggiungere un elevato standard qualitativo e un’intensità aromatica ragguardevole, come richiesto da vitigni quali la Malvasia di Candia dei colli parmensi e piacentini».
Una nota dolente non di poco conto sono i costi della burocrazia e l’impennata delle spese di produzione: «In un solo anno il prezzo dei prodotti fitosanitari è salito del 10 per cento e quello di ricambi e attrezzature per trattori e macchine agricole, talora introvabili, anche del 20-30% - spiega Pelliciari - perciò occorre garantire un prezzo delle uve ai viticoltori che lasci margini di guadagno se si vuole salvaguardare il comparto».