Faenza, vandali danneggiano il Palazzo Muky

Faenza

Sono già stati riparati i danni causati da ignoti vandali alla Rotonda Rossi il caratteristico tempietto/belvedere in via Martiri Ungheresi, annesso al palazzo Muky-Matteucci, ereditato dal Comune.
Il luogo, senza alcuna sorveglianza dopo la morte della proprietaria, è diventato un ricettacolo di giovani sbandati. Per entrare qualcuno ha divelto una delle sbarre del cancello in modo da accedere al delizioso giardinetto che ospita il monumento, rimanendo celati anche da un fitta siepe lasciata per diverso tempo senza manutenzione.
Da qui salendo una scala esterna si arriva a una porta anch’essa forzata per raggiungere l’interno dell’edificio.
La porta è stata ripristinata come pure il cancello al quale è stata fissata una rete metallica elettrosaldata in modo da impedire nuove intrusioni. La siepe è stata potata.
Ritrovo per bere
Che quell’area fosse “invasa” da giovani dediti a ritrovarsi anche per bere si erano accorti in tanti nel vicinato e lo avevano segnalato alle forze dell’odine. La Polizia locale dell’Unione della Romagna Faentina ha svolto un sopralluogo e ne ha trovato alcuni all’interno che ha poi identificato quali appartenenti ad una banda giovanile cittadina.
Ora sul cancello appare affisso un cartello con scritto “Area video sorvegliata” che dovrebbe servire da deterrente ai malintenzionati.
La ghiacciaia e il belvedere
Il tempietto è uno dei monumenti più pittoreschi di Faenza: all’interno cela un'antica ghiacciaia, in sostanza un grande pozzo dove veniva accumulata e conservata per diversi mesi la neve, al fine da funzionare come un enorme frigorifero.
La rotonda nella parte apicale era inoltre un belvedere aristocratico, con vista sugli orti che la circondavano.
La famiglia Rossi, ex proprietaria, la fece costruire nel 1830, su progetto di un allievo di Pietro Tomba, Costantino Galli, perciò detta anche rotonda Galli. La zona circondata dagli orti dell’ex convento di San Domenico prima del '900, dopo la seconda guerra mondiale fu completamente rivisitata: era prevista anche la demolizione del tempietto che fu salvato grazie all’intervento di Italia Nostra e di intellettuali faentini che si opposero.
La Casa dell’arte
Attualmente è parte integrante del complesso che la nota artista Muky ha lasciato al Comune e al Mic dopo la sua morte per ricavarne un percorso artistico e una Casa dell’arte immaginata quale teatro di mostre ed eventi, residenze d’artista e luogo interattivo di culture: impegni dettati dall’eredità, ma di non poco conto per le finanze della nuova proprietà, viste le spese necessarie per la cura del palazzo e gli interventi di adeguamento, spese destinate a lievitare qualora lo stato di abbandono si protraesse, attirando, come è accaduto, vandali e intrusi ai cui danni occorre rimediare.

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