Faenza invasa dai piccioni: "Basta, non è più accettabile"

Faenza

È un problema che torna ciclicamente a riproporsi: i piccioni in città proliferano e con essi anche lo spiacevole effetto collaterale dei loro escrementi.
Le ultime segnalazioni legate alla presenza del guano prodotto dai pennuti arriva da alcuni esercenti del centro storico e a farsene portavoce è il consigliere della Lega Andrea Liverani, che ha depositato un’interrogazione da discutere nel corso della prossima seduta del Consiglio comunale.
«Dal punto di vista del decoro urbano questo non è più accettabile, spesso sono gli stessi esercenti a dover pulire – afferma –. Piccioni e colombi non rappresentano un pericolo solo per la salute dei cittadini, in quanto sono un potenziale vettore di varie malattie, ma anche per i monumenti e gli edifici, visto che il guano è altamente corrosivo».
E infatti, alcuni mesi fa, lo stesso problema era stato evidenziato a proposito della fontana monumentale in piazza della Libertà, mentre l’attenzione di Liverani si concentra in particolare sul Palazzo del Podestà, riaperto da un paio di mesi dopo decenni di chiusura, «ma già ricoperto di guano con il rischio che col tempo si danneggi, rendendo nulla l'opera di ristrutturazione appena conclusa».
Ecco perché il consigliere leghista chiede di sapere se l’amministrazione «sia intenzionata a bonificare le aree soggette alla presenza di escrementi».
Da parte sua, l’assessore ai Diritti degli animali, Massimo Bosi, spiega che «è in corso la mappatura dei luoghi sensibili per quanto riguarda la concentrazione di piccioni»: tra queste zone figura naturalmente il centro storico, all’interno del quale Bosi mette l’accento soprattutto sulle situazioni che si registrano «dietro via Baliatico e nel parco Bertozzi».
Ma c’è anche un altro «grande tema» che l’assessore evoca: «In certi periodi dell’anno ci sono distillerie come Tampieri che rappresentano una fonte di cibo per i piccioni, che vi si portano per nutrirsi del materiale stoccato. Il Comune chiede che questi tipi di stoccaggio vengano coperti, ma è logico che si tratta di investimenti importanti».
In ogni caso, il quadro delineato da Palazzo Manfredi è quello di «una campagna di cattura che è proseguita, così come quella di informazione».


Nutrie sotto controllo

Per rimanere nel regno animale, i problemi non vengono solo dal cielo, ma anche da terra: in particolare sono le nutrie che, scavando le loro tane, rappresentano un potenziale pericolo per gli argini dei fiumi. «Per la loro gestione – afferma l’assessore Massimo Bosi – è in atto una convenzione con la Polizia provinciale che si occupa della cattura e dell’abbattimento. Ma negli ultimi tempi gli interventi sono stati sporadici e non si può dire che vi sia una emergenza nel territorio. La situazione è molto diversa rispetto a quella del parco Teodorico a Ravenna».

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