Rendere la città più sicura partendo dalle persone e dai loro legami: è questa la filosofia alla base di «Sicurezza urbana in Unione», il nuovo progetto promosso dall’Unione della Romagna Faentina con il sostegno della Regione. L’iniziativa, che combina tecnologia, educazione e partecipazione, punta a rafforzare il senso di comunità e a prevenire il disagio giovanile, affiancando all’ampliamento della videosorveglianza una serie di interventi sociali ed educativi. Con un investimento complessivo di 160 mila euro, di cui 128 mila finanziati dalla Regione Emilia-Romagna, prende forma Sicurezza urbana in Unione, per una migliore socialità. Questo nuovo progetto di sicurezza urbana integrata, promosso dall’Unione della Romagna Faentina in accordo con la Regione, mira a costruire un modello che unisca la videosorveglianza “classica” (implementazione delle telecamere) con, e questa è la vera novità, interventi educativi e sociali, rafforzando coesione e partecipazione della comunità.
A Faenza, in particolare, il progetto si articola su più piani: da un lato, l’ampliamento del sistema di videosorveglianza, con sette nuove telecamere installate nei due principali parchi cittadini, il Parco Bucci e il Parco della Rocca. Queste telecamere andranno a coprire una zona attualmente non sorvegliata, quella che va dall’incrocio di corso Mazzini con via Gallo Marcucci/via Insorti fino alla rotatoria in corrispondenza di viale Vittorio Veneto. Dall’altro lato, sarà avviato un vasto programma di presidio sociale ed educativo di prossimità, che coinvolgerà operatori, associazioni e servizi che lavorano quotidianamente con i giovani.
Una particolare attenzione sarà dedicata agli adolescenti, per i quali sono previsti percorsi formativi e occupazionali costruiti insieme a scuole, artigiani, aziende e soggetti del terzo settore, al fine di prevenire comportamenti a rischio e contrastare fenomeni di isolamento o marginalità. Il progetto prevede inoltre la sperimentazione della figura dello Street Tutor, in collaborazione con la Prefettura di Ravenna: figure formate per la mediazione sociale e la prevenzione dei rischi negli spazi pubblici e nei luoghi di aggregazione.
Questa progettualità intende riaffermare che la sicurezza in una municipalità non si costruisce solo con la sorveglianza o la repressione, ma integrando le classiche forme di sicurezza con la socialità, la formazione e la sensibilizzazione verso le fasce più fragili. L’obiettivo è restituire vita, presenza e relazioni nei luoghi più sensibili della città, creando le condizioni affinché siano frequentati in modo positivo e diventino parte integrante del tessuto comunitario. È questo lo spirito che anima il progetto: trasformare gli spazi pubblici da zone percepite come problematiche in luoghi di incontro, di educazione e di comunità.
«Siamo convinti – sottolineano l’assessore al Welfare Davide Agresti e l’assessore alla Sicurezza Massimo Bosi – che la sicurezza urbana non debba ridursi alla semplice presenza di un numero consistente di telecamere. Queste azioni, pur importanti sia come deterrente sia ai fini investigativi, devono essere necessariamente coniugate con un progetto integrato, come quello sottoscritto, che investa sull’educazione e sulla comunità. Con ‘Sicurezza urbana in Unione’ – per il quale ringraziamo la Regione Emilia-Romagna per il sostegno – puntiamo a trasformare i luoghi percepiti come problematici in spazi di incontro e di positiva aggregazione, rafforzando la coesione sociale e la prevenzione del disagio, in particolare tra gli adolescenti».
L’accordo si inserisce nel solco delle politiche di sicurezza integrata previste dalla legge regionale 24 del 2003, che valorizza la collaborazione tra enti locali, forze dell’ordine e cittadini.