Faenza, spalano il fango e nella buca della posta arriva la Tari. Il sindaco: rinvio i pagamenti

Faenza

Mentre continuano a raschiare strati di fango rappreso dalle loro abitazioni, alcuni dei residenti delle aree alluvionate in Borgo a Faenza si sono visti recapitare proprio ieri mattina la cartella della Tari, spedita nei giorni antecedenti all'alluvione. Inutile dire quale sia stata la loro reazione. Tra i commenti riferibili, c’è quello di qualcuno che osserva: «È da giorni che aspettiamo di sapere come ottenere i risarcimenti, ma è ancora tutto confuso». Già, perché da questo punto di vista lo schema di intervento da parte di Comune, Regione e Stato non è ancora stato definito. Palazzo Manfredi, deciso a valutare «tutte le possibilità consentite» per riuscire almeno a ritardare la scadenza delle imposte locali, come fra l’altro era stato immediatamente suggerito con un ordine del giorno da Fratelli d’Italia, manifesta un «assoluto bisogno di uno sforzo in più» da parte del Governo, mentre il sistema bancario «sta studiando meccanismi di supporto come il blocco dei pagamenti dei mutui». Quello che serve, però, e ci si sta muovendo a tutti i livelli per ottenerlo, è l’approvazione di «una legge speciale» che sblocchi risorse economiche ingenti e incida sulla tassazione, portando ad un suo azzeramento per la popolazione colpita dal disastro. Per questo motivo, tutti i parlamentari della Regione sono convocati per domani mattina nel Palazzo della Provincia a Ravenna: l’obiettivo è coinvolgere deputati e senatori emiliano-romagnoli in una mobilitazione che trascenda il colore politico per poter velocizzare l’iter di approvazione. Di certo, il dialogo con l’esecutivo, che le amministrazioni locali non mancano mai di ringraziare in questi giorni, dovrà superare le distanze politiche: ieri la vicepresidente regionale Irene Priolo ha reso noto che la richiesta formulata da Viale Aldo Moro nei confronti del Governo per il primo, immediato intervento economico era pari a «16 milioni di euro». Ma il Consiglio dei Ministri, deliberando lo stato di emergenza, ne ha concessi solo 10. Un dato di fatto è che, secondo la Regione, ne serviranno almeno cento volte di più, perché la stima preliminare parla di un fabbisogno che si aggira intorno al miliardo di euro, più del doppio dei 400 milioni che furono stanziati per l’alluvione delle Marche. La tribuna politica, però, interessa poco o nulla a chi si trova già in difficoltà nell’affrontare le spese quotidiane dopo avere perso tutto o quasi nella fiumana: ieri sera dopo le 21 il comitato spontaneo dei cittadini alluvionati in Borgo a Faenza si è riunito ancora, stavolta nei locali messi a disposizione dalla parrocchia di Sant’Antonino, per parlare non solo di questo tema, ma anche dell’intenzione di percorrere le vie legali per appurare le responsabilità di quanto accaduto. Il malumore è palpabile nei confronti di un’Amministrazione che viene accusata di non avere curato abbastanza gli argini del fiume e di avere tardato nel dare l’allarme nel quartiere che poi è stato sommerso. E come se non bastasse, ieri, oltre al danno la beffa della Tari, e per pochi “fortunati” anche quella dell’Imu: «Purtroppo - si è giustificato in serata il Comune - una parte delle cartelle era partita pochi giorni fa». Dall'amministrazione intanto fanno sapere che il sindaco chiederà di poter far slittare i pagamenti della rata.

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