Faenza, "Salvate i ricci della Ghilana". Scoppia il caso politico

Chi salverà i ricci che proprio ora si stanno svegliando dal letargo dopo i mesi invernali passati a dormire nei terreni del comparto Ghilana? È qui che, nella scorsa settimana, sono iniziati i lavori per la bonifica dell’amianto in una delle porzioni immobiliari dietro la famosa “villa del fantasma”: interventi accolti con proposte e striscioni da alcuni attivisti per l’ambiente, che temono per la salvaguardia dell’animale, una specie protetta dalla legge italiana. E così intorno alla colonia di ricci della Ghilana si è creato un nuovo caso politico. Il primo a lanciare una provocazione all’Amministrazione è Alessio Grillini, capogruppo di Italia Viva, che ha depositato un’interrogazione da presentare nella prossima seduta del Consiglio comunale: «Il mio - sottolinea - non è un intervento animalista e il privato (a occuparsi dei lavori è Coabi, ndr) non può essere ostacolato nel suo diritto. Ma il Comune deve essere in grado di attivarsi per tutelare ogni animale, ricci compresi, e dal momento che si è venuti a conoscenza di questa colonia, credo che non ci si possa sottrarre». Per gli attivisti i ricci insediati alla Ghilana sarebbero «oltre un centinaio»: per loro viene lasciato cibo con regolarità. «Singolare notare - conclude Grillini - come in città risultino tutelati piccioni e ratti, che stanno provocando seri problemi, mentre altri animali, meno sottoposti ai riflettori del giudizio popolare, passano sotto traccia». Da parte sua l’assessore Massimo Bosi, che detiene la delega ai Diritti degli animali, sostiene che «occuparsi della fauna selvatica è di competenza delle Regione e il Comune non ha l’autorizzazione per intervenire nel merito. Ovviamente non ci disinteresseremo della questione e vigileremo affinché tutto si svolga nella maniera più corretta. Ma a interfacciarsi devono essere la Regione e il privato. Se la presenza dei ricci sarà confermata, chiederemo di fare tutto il possibile per salvarli». In questo contesto, a mobilitarsi è anche il veterinario Massimo Vacchetta, noto a livello nazionale per la sua attività con il Centro recupero ricci “La Ninna”, attraverso il quale è stato lanciato un appello: «Basta con le costruzioni selvagge. Scriviamo tante mail di protesta al sindaco e alla proprietaria del sito, facciamolo in maniera civile».