Faenza, questione stadio: c'è la necessità di nuovi lavori

Faenza

La polemica scoppiata tra Faenza Calcio e Amministrazione comunale sulla questione stadio riporta al centro delle attenzioni il futuro dell’impianto sportivo. Infatti se la diatriba scaturita può essere sterile e i toni non appropriati, ne emerge incontrovertibile la necessità di interventi di adeguamento, e quindi di investimenti, da effettuare sulla struttura sportiva, qualunque sia il suo destino.
E’ chiaro però che tali investimenti dipendono anche dalla destinazione d’uso e non ultimo dai contributi: se ci saranno o meno quelli del Pnrr.

Ma i lavori a cosa devono essere improntati? A favore di chi? Dei cavalli? Del calcio? Del tennis che confina e non ha escluso mire di espansione. Di un’altra realtà ancora? E qui il discorso diventa bollente, perché tra i fruitori attuali nessuno vuole lasciare il Bruno Neri. Anzi pare che il Faenza Calcio, ultimamente rafforzato dall’accordo con la Virtus, sia interessato alla convenzione, qualora si ritirasse la Coop dei Manfredi, attuale concessionario.

Nel mondo rionale prevale una posizione ovvero: «È proprio necessario dividere il Palio dal calcio?». «Hanno convissuto dal 1959 ad oggi – afferma in proposito Giordano Gonnesi della Coop i Manfredi attuale gestore dell’impianto – quindi perché non continuare: noi con il Faenza Calcio non abbiamo mai avuto problemi. Con 6.500 euro l’anno per sistemare il manto erboso dopo le giostre si è sempre risolto al meglio. A fine agosto avremo un incontro con il Comune e vi saranno chiarimenti».
Il problema è emerso l’anno scorso per via del Covid e il conseguente rinvio del Palio al 31 luglio, data che ha portato alla sovrapposizione con l’attività calcistica. Ma questo per tanti rionali «può essere considerato un caso isolato».

La maggioranza dei rioni non è d’accordo a scambiare lo stadio per l’ipotizzato Paliodromo al Centro civico dei rioni, dove lo svolgimento del Niballo porterebbe a sconvolgimenti nel palinsesto della manifestazione.

Il Faenza Calcio rivendica lo stadio in quanto nato per il calcio, quindi sua naturale destinazione. L’accordo con la Virtus sarebbe proprio improntato a un rafforzamento della candidatura. Qualora ottenesse la convenzione, il Palio non sarebbe automaticamente escluso. Anzi, come ipotizzato da Gonnesi, «tutto potrebbe continuare in promiscuità come si è sempre fatto».

Allora perché la situazione è così complicata? A scombinare il quadro, come emerge da voci vicine al Palio, potrebbero esserci terzi e quarti candidati interessati allo stadio, e che dopo il polverone sollevato dal Faenza Calcio paiono prendere consistenza.
Si è detto del Circolo Tennis, ma non solo: una figura associativa emergente sarebbe la Società Faventia, nata nel 1998, operativa nel campo sportivo Ex Salesiani di Faventia Sales: una società che accoglie 120 bambine e bambini dalla categoria Scuola Calcio (5 anni) fino agli Esordienti (13 anni) allenati da 25 istruttori, alcuni con patentino Uefa B altri laureati in scienze motorie e istruttori di calcio a 5. Una realtà insomma in forte crescita in buoni rapporti con il Comune, alla quale potrebbe interessare il Bruno Neri.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui