Faenza, psicosi malattie. Smentiti casi di salmonellosi

Faenza

La cronaca per immagini e parole può descrivere solo parzialmente lo stato dell’emergenza faentina, perché uno dei tratti distintivi della fase attuale è l’odore nauseante del fango mescolatosi con acqua di fogna, carburanti e altri prodotti.

Una situazione che facilita il propagarsi di dicerie e, certe volte, false notizie intorno alle possibili ripercussioni sulla salute, come quella circolata per tutta la mattina su presunti casi di salmonellosi nei pressi del quartiere Borgotto e smentita in prima persona dal sindaco Massimo Isola: «A proposito delle voci riguardanti la giacenza di rifiuti pericolosi di origine biologica in un laboratorio della città - ha detto - si comunica che già dal 17 maggio non erano presenti microrganismi patogeni derivanti dall’attività. L’azienda ci informa che, due giorni prima dell’alluvione, il laboratorio era stato completamente svuotato». Anche se smentita, la voce indica che i timori della popolazione per le possibili ripercussioni sanitarie dell’alluvione non sono pochi: lo dimostrano anche i volti coperti da quelle mascherine che si sperava di avere riposto definitivamente in soffitta con la fine della pandemia.

In ogni caso, benché quella di ordine sanitario sia stata negata, le emergenze di altro tipo purtroppo non mancano, a cominciare da quella abitativa. Ieri sono state infatti disposte nuove evacuazioni, che hanno interessato ad esempio una porzione di via Baroncini, in pieno centro. Circa un terzo della strada, quello che parte da corso Saffi, risulta parzialmente infossato, mentre un vero e proprio cedimento si è verificato in prossimità di un pozzetto: è il secondo, perché già dopo l’alluvione di inizio maggio si era registrato un caso analogo a pochi metri di distanza. Esempi del genere possono essere fatti anche per tante altre vie cittadine dove Vigili del Fuoco, architetti e ingegneri hanno verificando l’agibilità delle abitazioni. Una procedura, questa, che si è interrotta ieri alle 19, quando il Comune ha diffuso le nuove modalità di accesso alle case alluvionate: «Le persone possono fare liberamente rientro nelle loro abitazioni anche prima dell’effettuazione delle verifiche - ha dichiarato il sindaco -. Chiunque, dopo il rientro, dovesse riscontrare problematiche che attengono alla sicurezza statica dell’edificio, dovrà segnalare immediatamente tale circostanza ai Vigili del Fuoco». Una decisione che ha fatto discutere, perché la maggior parte dei cittadini manca delle competenze tecniche necessarie: non a caso il sindaco ha sottolineato il suo invito a «adottare ogni cautela e la massima attenzione per la salvaguardia della propria sicurezza».

La giornata di ieri, nonostante l’appello a «non mettersi in movimento» lanciato dalla Prefettura, è stata segnata anche dall’arrivo di numerosi volontari provenienti da fuori città. La loro gestione, al netto delle difficoltà fisiologiche che presentano situazioni critiche come quella che investe Faenza, è stata sostanzialmente ordinata, anche grazie al piano stilato da Emergency in accordo con il Comune. E in piazza del Popolo sono spuntati diversi lettini su cui i volontari possono stendersi per ricevere un massaggio da fisioterapisti e operatori della Croce Rossa.

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