Faenza, pista ciclonaturalistica fino al mare pronta entro il 2026. Parte la campagna promozionale

Faenza

Mentre è in corso e sarà terminato entro il 2026 il progetto di riqualificazione della pista ciclo naturalistica “Canale Naviglio Zanelli” , parte la prima fase di promozione turistica dell’itinerario, inteso come collegamento tra Faenza e la Riviera romagnola e viceversa.

Il percorso di 36 km unirà anche due eccellenze ambientali di rilevanza mondiale, i parchi della Vena dei Gessi e quello del Delta del Po, entrambi patrimonio Unesco, mentre un terzo, quello delle Foreste Casentinesi, si trova anch’esso a stretto giro. Il tour si pone così tra le attrazioni più ghiotte di un turismo sostenibile e a basso impatto, fondato sulla mobilità dolce. Diverse iniziative ne hanno dimostrato l’interesse, rivelando importanti attrazioni, molto apprezzate dagli appassionati delle due ruote. Questo target avrà ora a disposizione (uffici turistici e Pro loco) una pubblicazione in formato cartaceo (40x60 cm), realizzata anche in digitale per illustrare gli incontri lungo un corridoio romagnolo tra natura, storia, arte e tradizioni, nelle campagne di Faenza, Cotignola, Bagnacavallo, Alfonsine e Sant’Alberto.

Il Canale Naviglio Zanelli, opera idraulica un tempo navigabile fino al Po di Primaro, rappresenta un ardito e prezioso unicum, frutto dell’ingegno umano di fine 18° secolo, il cui valore si distingue nel panorama storico e paesaggistico romagnolo.

Il tragitto è di proprietà del Comune di Faenza (gestito dal Consorzio di Bonifica) che lo ereditò dal filantropico conte Scipione Zanelli, il quale per realizzarlo acquistò tutti i terreni necessari. Non è sbagliato sostenere che attraverso il canale la città di Faenza vanta uno sbocco sul mare, e il mare stesso penetra nell’entroterra, che svela le sue meraviglie.

«Proprio al doppio senso di circolazione della ciclabile guardiamo con interesse - ha spiegato l’assessora al Turismo Simona Sangiorgi –. Ci sono tanti bagnanti che amano fare esperienze di questo tipo e noi vogliamo proporci come territorio bello da visitare sempre, non solo come alternativa nelle giornate brutte».

Fissata la partenza a Faenza si incontrano peculiarità come Villa Orestina (il canale proviene infatti da Errano), porta d’accesso al Parco dei Gessi; l’ex darsena di Piazzale Sercognani, poi Granarolo Faentino, sede di un Museo diffuso e patria dei carri romagnoli. A Cotignola: il parco Pertini e il Museo Civico Luigi Varoli. A Bagnacavallo: il podere Pantaleone e il Museo Civico delle Cappuccine . A Villanova: l’Ecomuseo delle Erbe Palustri. Ad Alfonsine: l’ex Fornace Violani, e da qui verso Sant’Alberto nel Parco del Delta, paradiso dei birdwatcher, dove spicca il Museo NatuRa.

La pubblicazione è stata realizzata dal Ceas della Romagna Faentina ed Ecosistema, con il patrocinio di Comuni ed enti lungo il percorso.

L’assessore Luca Ortolani ha definito il canale «una cerniera di immenso valore ambientale tra due parchi, con Faenza baricentro». L’assessore Massimo Bosi ha invece aggiornato sul progetto di riqualificazione (Bando regionale) di un 1 milione e 6oomila euro: «Le piste saranno realizzate in calcestre, saranno messi a dimora altri 7mila alberi, previste opere di impermeabilizzazione, miglioramenti della cartellonistica, aree sosta, restauro della canaletta da Errano a Faenza, grosso restyling da Alfonsine al Mare».

In tutto il canale vi scorrerà l’acqua corrente, dal Lamone e dal Cer. Il sistema determina quindi anche un alleggerimento delle piene, seppure di modesta entità.

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