Faenza, pannelli fotografici lungo le strade per valorizzare il Masini

Faenza

Un modo di comunicare antico da parte delle amministrazioni era quello di affiggere sui muri delle città manifesti con annunci, avvisi, editti e divieti. Un metodo semplice ma efficace che permetteva di raggiungere un alto numero di pubblico. Ebbene, la scelta del Comune di destinare i muri di via Pistocchi e del voltone Dolcini che immette alla piazza Nenni a scopi comunicativi e di valorizzazione di eccellenze cittadine è un po’ come rispolverare quel metodo antico, rivisitato.
Quei muri già da anni ospitano pannelli fotografici di mostre open air di durata prolungata.
Con il percorso inaugurato ieri relativo al teatro Masini, siamo già alla terza esposizione dopo la raccolta di documenti sulla Prima guerra mondiale e le migliori immagini del Palio del Niballo.
Stavolta il titolo è “Il teatro Masini e le sue meraviglie, arte neoclassica e produzioni contemporanee”: i muri sono gli stessi dell’edificio che ospita il teatro.
Le fotografie (32) descrivono e accompagnano il visitatore alla scoperta di prospettive particolari e inedite, dettagli architettonici e coinvolgenti momenti di spettacoli qui prodotti o rappresentati.
La mostra nasce dalla collaborazione tra l’Assessorato alla cultura e Accademia Perduta/Romagna Teatri a cui è affidata la direzione del Masini. Per rendere ancora più incisiva la campagna di valorizzazione, una quarantina di pannelli fotografici in tema sono stati distribuiti lungo viali e strade di Faenza.
«L’intento – hanno spiegato ieri il sindaco Massimo Isola, la dirigente del settore Cultura, Benedetta Diamanti, e il direttore del teatro, Ruggero Sintoni – è di dare degno risalto a questo gioiello di Faenza: un vero patrimonio artistico che fa parte dell’European route of historic theatres, la rotta che raggruppa i teatri storici più preziosi del continente con l’obiettivo di avvicinare il pubblico all’eredità culturale che rappresentano, incoraggiandone la conservazione e promozione».
Il Masini aprì al pubblico il 12 maggio del 1788, quale esempio di teatro all’italiana, progettato da Giuseppe Pistocchi, decorato da Giani con le statue delle “Cariatidi illusionistiche” di Antonio Trentanove.
«Il suo ruolo – ha rimarcato Sintoni – è di un teatro di comunità: qui si produce cultura a un livello altissimo: basti pensare al “Pollicino” o all’“Oreste” per citare alcune nostre creazioni che hanno avuto centinaia di repliche in Francia e Spagna».
E annuncia Sintoni un prossimo progetto, la versione teatrale di Ginger e Fred di Federico Fellini con Monica Guerritore.

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