Faenza, Palio: pronte le dame per la grande sfilata a cavallo che precede la giostra

Faenza

Sono le nobildonne al tempo dei Manfredi, ammirate nella loro fierezza di rappresentare i rioni, incarnando la bellezza, la grazia, e la gentilezza delle loro donne. Sono le dame a cavallo della sfilata del Palio del Niballo in gara domenica per il Premio del Liocorno, opera realizzata quest’anno da Mirta Morigi. Sarà la Deputazione del Palio a giudicarle, tenendo conto dell’interpretazione, dell’acconciatura e del fascino in relazione all’epoca. Solo dal 2023 se la giocheranno le cinque “Madonne a cavallo”: infatti in precedenza, pur vincendo quasi sempre una dama, rientravano nella scelta tutte le figure femminili del corteo che sapessero esprimere l’ideale di donna del tempo. Tra il pubblico ciascuno stila una sua personale graduatoria, non risparmiando sguardi, complimenti e spesso feroci critiche, alle quali però le nobildonne devono restare impassibili per non essere penalizzate. Il Liocorno è in vigore dal 2004 ed è stato vinto 5 volte da Verde e Nero; 4 da Rosso e Borgo e 2 dal Giallo. Ecco le candidate alla vittoria di quest’anno.

Rione Verde

Alessia Cornacchia: ha 24 anni ed è alla sua terza partecipazione nel ruolo, nel rispetto della tradizione che vuole riproposta la stessa dama, qualora il suo cavaliere vinca il Palio. Non ha mai vinto il Liocorno. Si descrive «testarda e determinata con una grande passione per i viaggi, la palestra e i balli caraibici». Lavora nell’ufficio commerciale estero di una ditta faentina e frequenta il rione dall’età di 8 anni e fa parte del gruppo musici quale tamburina.

Borgo Durbecco

Ania Bergami: ha 42 anni, un compagno, due figli e un cane. «Fino ai 30 anni - racconta – mi ha accompagnato in tutto e per tutto il basket, mentre ora faccio due lavori: assistente di uno studio medico e in un salone di bellezza. Vivo il rione come la mia seconda famiglia. Vestire i panni della dama è un sogno, spero di esserne all’altezza e rendere fieri i borghigiani. Quando ho indossato l’abito prima ho pianto, poi ho riso e poi di nuovo in lacrime».

Giallo

Alessia Graziani: ha 27 anni vive e lavora a Faenza come impiegata nello studio di un commercialista. E’ appassionata di viaggi e musica e ovviamente di Palio: «Sono una tifosa – dice - e respiro ogni anno con grande enfasi le atmosfere della manifestazione. Interpretare la dama significa essere la figura femminile più emblematica del mio rione: è un impegno verso il collettivo per mantenere viva la storia e la tradizione. Quando ho indossato l’abito ho pensato a tutte le volte che da bambina guardavo sfilare la dama con gli occhi pieni di ammirazione».

Nero

Agnese Laghi: ha 22 anni ed è una studentessa di osteopatia animale, nel tempo libero si dedica all’equitazione, una passione che l’ha condotta nelle scuderie del rione. «Il ruolo è per me gioia e onore: ho aspettato questo momento fin da quando all’età di quattro anni sfilai con gli abiti di una damina. Indossare il costume mi fa provare un mix di belle emozioni e salire l’adrenalina: mi ci sento a mio agio».

Rosso

Francesca Vezzoli: ha 26 anni e lavora come addetta alle vendite in una catena della grande distribuzione. Fa parte del Gruppo sbandieratori e musici come tamburina. «Sono stati i miei genitori, che ringrazio, ad avvicinarmi al rione – afferma -: qui ho trovato un luogo a cui appartenere, una casa. Interpretare la dama mi dà una sensazione indescrivibile: quel costume suscita in me un senso di onore e fierezza, oltre ad una realizzazione personale, con un pensiero rivolto anche a mia mamma che ha sempre desiderato di vedermi in queste vesti».

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