Faenza, omaggio ad Antonio Zama, il prof diventato una celebrità in Messico

Saranno a Faenza per rendere omaggio alla città delle loro origini una quindicina di messicani, discendenti di Antonio Zama, faentino emigrato tra fine ‘800 e inizi ‘900 a Città del Messico.

A raccontare questa storia dai contorni incredibili è Giorgio Guerrini, 88enne parente manfredo della delegazione che farà visita alla città.

Riunione a Faenza

«Sono tutti nipoti, pronipoti o comunque discendenti di Antonio Zama – afferma nel ricordarlo –. Lui era un professore di italiano che diede origine ad una grande famiglia di emigrati, a cui è stato riconosciuto il doppio passaporto italiano e messicano. Andremo tutti a pranzo il 28 marzo allo Chalet dello Sport dove ho già prenotato».

Le statuette Maya al Mic

«Mi piacerebbe che fossero accolti anche dalle autorità - dice ancora Guerrini -. Alcuni di loro sono già venuti, ma mai così numerosi. Tra l’altro credo che abbiano avuto un ruolo in una donazione privata di statuette Maya al Museo delle Ceramiche, facenti parte della collezione di reperti precolombiani».

Il Mic sarà dunque una tappa inevitabile del percorso organizzato per i discendenti in arrivo in città sulle tracce del famoso antenato.

La sua storia su internet

Del capostipite Antonio Zama si trova traccia anche in internet, grazie ad un post sul sito “findagrave.com” creato da Mario Zama Escalante, uno dei discendenti che evidentemente ha voluto commemorarne la figura del suo avo romagnolo. Sul web si trova la data di nascita di Antonio, il “21 maggio 1852”, e viene menzionata la professione di “insegnante di lingue” che è confermata da Giorgio Guerrini: «Andò ad insegnare italiano all’Università di Mexico City» riferisce.

L’amicizia con Boari

Più precisamente vi arrivò nel 1908 su invito dell’architetto ferrarese Adamo Boari, progettista di una delle meraviglie di Città del Messico, il Teatro Nacional, diventato poi Palacio de Bellas Artes, un edificio che fonde il passato preispanico con la modernità della Belle Epoque. E’ suo anche il Palazzo delle Poste.

Adamo Boari a tutt’oggi è considerato l’italiano più messicano che ci sia ed era legato da profonda amicizia con il professor Antonio Zama che chiamò a sé.

Zama era sposato da 9 anni: le nozze con Maria Guerrini che lo seguì oltreoceano furono celebrate il 13 novembre 1899 a Faenza.

Da quanto è stato possibile reperire, la coppia ebbe tre figli, in ordine di nascita: Vittorio Guglielmo Giuseppe Zama, Fulvio Zama Guerrini ed Ezio Furio Teodoro Zama Guerrini.

L’anagrafe messicana prevede infatti la possibilità di registrare nomi multipli.

La sua tomba al Panteon

Sulla pagina web dedicata al faentino emigrato appare anche la sua tomba con incisa la data di morte avvenuta a Città del Messico il 26 maggio 1925 all’età di 73 anni. La rispettabile figura di docente universitario e il fatto di essere stato introdotto dall’amico, influente architetto, gli permise di distinguersi nell’aristocrazia di allora. La sua tomba dove riposa insieme alla moglie si trova nella capitale messicana al Panteòn Civil de Dolores.

«Tra i discendenti in vita – spiega ancora Giorgio Guerrini – vi sono anche due ingegneri petroliferi che dovrebbero arrivare con la delegazione».

Notizie più approfondite su questa vicenda di emigrazione, sostanzialmente diversa da quelle caratterizzate da sofferenze e affanni, si potranno ricavare dal racconto degli stessi protagonisti durante il soggiorno manfredo.

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