Faenza, oltre quaranta nuovi costumi per il corteo storico del Palio

Faenza

Nel corteo storico del 26 giugno il rione Nero porterà in sfilata una quarantina di nuovi costumi, realizzati grazie ai fondi regionali, promossi dalla consigliera Manuela Rontini, come è successo anche per gli altri rioni. Il guardaroba del Nero è tra quelli maggiormente rinnovati in questa edizione del Palio del Niballo e per alcune figure si tratta di new entry assolute. L’intera collezione è stata descritta nella sede di via Della Croce da Damiano Tinelli, presente il capo rione Peter Caroli, la stessa Rontini, l’assessore al turismo Federica Rosetti e il presidente del consiglio comunale Niccolò Bosi. Rivoluzionata la rappresentanza del “Castello di Granarolo” nei cui ranghi debutteranno le figure del “Commissario visconteo Gherardo Cerruto” e quelle di due balestrieri armati.

Durante la passeggiata gli sbandieratori si collocano all’interno della rappresentanza rionale identificata come “Annuncio” dietro al gruppo musici e portano le bandiere susseguitesi nel tempo. Il costume è stato rinnovato nella parte superiore: camicie e corpetto in velluto nero con simbolo rionale ricamato sul petto.
L’araldo indossa una camicia di lino, una sopraveste nera in lana, con sopra l’effige in ceramica dello stemma rionale e farsetto in cotone. La calzamaglia è pure in cotone, ma color perla e al capo porta un cappello alla “Capitanesca” color bordeaux. I paggi porta alloro sono comparse uniche in tutto il corteo, recano una cinta di alloro, ritenuto in araldica il vegetale più nobile. I loro abiti non saranno più tutti uguali, ma divisi in due coppie distinte dai colori del farsetto, della calzamaglia e del copricapo.
I palafreni: sono coloro che tengono al “morso” i cavalli da sfilata: anche qui il costume è stato ridisegnato in tutte le sue parti, in evidenza è lo scudo col simbolo sulla schiena.

Per Priore e Dama, una ricerca storica li ha identificati nella coppia nobile formata da Ser Pierino Amici e signora. Lui è una figura di spicco nella Faenza manfrediana in quanto conduttore del dazio del sale, fonte economica primaria, addetto alla fiscalità, un ruolo di grande prestigio. Raffinato l’abito della nobildonna che impiega tessuti come il damasco, il muarè, il taffetà con ganci detti gangheri, cordoni a fiocchi, ricami e passamanerie.
Il Castello di Granarolo è una formazione aggregata al Nero fin dalle prime edizioni, tant’è che in passato si è discusso che potesse essere addirittura un rione a sè. Il commissario visconteo Gherardo Cerruto è colui che fu un incaricato dai Visconti di restituire il castello ai Manfredi (1478); il Vicario castellano (con dama) era incaricato di tutelare gli interessi nel territorio. Questa coppia è interpretata da Oscar e Irene: lui è presente in sfilata fin dal 1961. I balestrieri della rocca recano copie di armi autentiche, con faretra, dardi da tiro e scudo sulla schiena.
Tutti i costumi sono tratti da dipinti dell’epoca dei Manfredi e sono stati approvati dalla deputazione storica.

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