Faenza, oltre mille persone ai funerali di Damiano Cavina

Faenza

«Una persona concreta, che non appariva, non chiedeva passaporti e aiutava tutti indistintamente»: questo in sintesi il ritratto che la religione cattolica assegna al Buon Samaritano, ritratto ripreso e dipinto dal vescovo Mario Toso nell’introdurre, ieri mattina, il funerale di Damiano Cavina, il 48enne di Borgo Tuliero, deceduto una settimana fa nell’incidente sulla Modiglianese mentre andava a prendere da scuola una delle tre figlie, tutte in tenera età.

Una disgrazia che ha lasciato sgomenta e incredula Faenza, presente in massa (oltre mille persone) alla funzione funebre all’aperto, davanti alla chiesa di Rivalta, a poche centinaia di metri dal luogo del sinistro. La folla, arrivata in auto, ha riempito il grande parco mentre le vetture parcheggiate hanno occupato tutto il campo sportivo, oltre a parecchi terreni agricoli nei dintorni. Per giungere sul posto si è formata una lunga fila sulla strada provinciale.
Chi ha potuto ha voluto stringersi con affetto intorno al dolore della famiglia, della moglie Maddalena, dei parenti e dei tanti che lo hanno conosciuto e apprezzato. A celebrare è stato il vescovo contornato da una trentina di sacerdoti e diaconi a testimonianza dell’opera svolta da Damiano, da sempre vicino alla Chiesa, alla Caritas, ad associazioni umanitarie come “Farsi prossimo”, promotore di iniziative a sostegno delle fragilità, dei diritti umani, della pace, contro la povertà di ogni tipo, senza risparmiarsi e impegnandosi anche dal punto di vista politico: era candidato alle ultime elezioni nella lista civica Faenza Coraggiosa. Presenti anche le comunità islamiche e un sacerdote ortodosso non celebrate, a rimarcare lo spirito di fraternità di Cavina, che superava i confini etnici e “predicava” il dialogo tra le religioni. Era vicino ai giovani di “Friday for future”.

Dell’omelia si è occupato don Otello Galassi, che lo conosceva fin da ragazzo. Ha descritto l’indole del caro estinto in alcune sue espressioni, ma soprattutto ha voluto confortare coloro che gli erano vicini. Ha citato gli apostoli e la logica del Regno di Dio che è una logica di festa: «A Damiano piaceva la gente, gli piaceva che facesse festa, per lui le relazioni umane dovevano essere relazioni di festa. Voleva che tutti fossero felici e lo diceva: “Ho preparato gli spaghetti alle 3 di notte e tutti erano contenti”. Ciò che faceva, lo faceva in modo discreto, senza mettersi in mostra perché gli interessava il risultato, cioè che tutti fossero contenti. Era un tenace».

Numerosi i canti e i cori, accompagnati da toccanti applausi cadenzati. Molti non hanno trattenuto le lacrime ai ricordi finali, tra i quali quelli della moglie Maddalena: «Testimoniava il vangelo portando sempre i sandali che toglieva solo al cospetto di Dio, si rapportava con umiliazione con ognuno di noi, voleva conoscere il punto di vista degli altri: non ci lascerai mai».
Molti hanno elargito un’offerta per il futuro della famiglia «che non sarà lasciata sola» hanno rimarcato i sacerdoti durante il rito. Al termine la salma è stata invita alla cremazione, dopodiché le sue ceneri troveranno riposo nel cimitero di Rivalta.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui