Faenza, Nott de Bisò: il tradizionale rogo del Niballo

Faenza

È la kermesse top dell’inverno romagnolo, una notte di profezie e riti magici: è la Nott de Bisò, emozionante manifestazione a conclusione dell’anno del Palio Niballo. L’appuntamento è per oggi in piazza del Popolo dove è atteso il pubblico delle grandi occasioni.

Proprio il Niballo, che simboleggia le avversità, sarà bruciato alle 24 in un enorme falò al centro dei corsi Mazzini e Saffi, in un punto neutrale rispetto ai rioni.

Fino a qualche anno fa il rito si svolgeva nella piazza del Popolo, ma dal 2018 fu spostato per motivi di sicurezza. Già dal 2 gennaio sono state tolte le luminarie proprio per impedire che potessero interferire con il fuoco e anche altri allestimenti vicino all’albero di Natale sono stati spostati. Inoltre gli stand dei rioni da quest’anno sono uniformi nella forma e nelle dimensioni, realizzati in materiale ignifugo.

L’apertura sarà alle 10, alle 12 inizierà l’intrattenimento musicale a cura di Radio Bruno, dalle 14 alle 16.30 sono invece fissati i laboratori ludico-creativi per bambini a cura dell’Associazione Acsè.

Il Niballo vestito di verde farà il suo ingresso nella piazza alle 18.30 sul tradizionale carro trainato dalla coppia di buoi, reperiti in provincia di Arezzo: sarà collocato in un recinto in attesa di essere incendiato.

A mezzanotte il cavaliere del rione Verde, Marco Diafaldi, vincitore del’ultimo Palio, raggiunge il recinto proveniente dallo scalone municipale, percorre un centinaio di metri tra la folla euforica, scortato dai tamburi del Gruppo Municipale e protetto da 14 armigeri.

Le chiarine suonano dal loggiato della piazza. Da qui si leva anche la voce dell’araldo municipale che legge il proclama di condanna dal rogo di Annibale. Poco prima (alle ore 23.50) è fissato il lancio dei palloncini con i biglietti per il palio 2024.

La testa del saraceno

Da tenere d’occhio è la testa del saraceno che, secondo a dove cadrà, per chi ci crede, indicherà il rione favorito nella disfida della prossima estate. Contenuti scaramantici stanno anche nella durata delle fiamme, più o meno lunga. Folklore, storia, superstizione, gastronomia, attrazione turistica e identità locale si fondono in unicum straordinario, alla base del successo della kermesse che si svolge fin dal 1964.

I gotti

I gotti sono l’abbinamento più evidente della ceramica al Palio. Il bisò è infatti usanza berlo nei tradizionali gotti in ceramica, diversi ogni anno, dipinti con gli stili della ceramica faentina. Il servizio completo è di sei gotti (c’è anche quello del Gruppo Municipale) più la brocca. Esistono anch’essi fin dal 1964 e sono veri e propri oggetti di culto e collezionismo. Esiste anche un “Catalogo del Gotto pubblicazione realizzata dall’Accademia Medievale di Faenza (rione Verde), studiata in modo da poter aggiungere annualmente la scheda contenente la foto dell’ultimo “servizio”, con la spiegazione artistica della decorazione effigiata, quest’anno la scelta è caduta sulla “Raggiera bernardiniana”.

In evidenza è il monogramma “I.H.S.” abbreviazione del nome di Gesù inteso nel Rinascimento come acronimo di “Iesus Hominum Salvator”.

Nel corso del 1400 il vasellame a carattere religioso e conventuale risultò molto diffuso nella produzione delle botteghe di Faenza e uno dei principali temi decorativi fu proprio questo riportante il monogramma spesso attorniato da “fiamme”, serpentine, disposte appunto a raggiera e alternate da “monticelli”.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui