Faenza, lettera agli anziani: "O si muore entro 30 anni o si perde il loculo prenotato al cimitero"

«Se acquisti un loculo, e non muori entro 30 anni perdi il diritto di sepoltura e il tombino viene ritirato, in pratica espropriato senza risarcimento alcuno».
E’ rimasta indignata una signora faentina che nei giorni scorsi si è vista recapitare una raccomandata da Azimut.
«Era indirizzata a mia zia – racconta – che ha 88 anni ben portati; era per informarci che entro il mese di luglio o qualcuno occupa il tombino cimiteriale (per fortuna vuoto) che mia zia comprò 30 anni fa oppure se lo riprendono. E ci hanno addirittura diffidato ad usarlo successivamente a tale data».
Lamentele e spese
La vicenda ha destabilizzato l’anziana zia che di passare a miglior vita per mantenere il diritto sul tombino non ha nessuna intenzione.
«Ho chiesto di rinnovare la concessione – continua la nipote – ma mi hanno risposto che non si può, perché in realtà non è scaduta, allora se non è scaduta ho chiesto perché ce lo portate via? Perché nel contratto c’è una postilla – mi hanno risposto -: qualora il tombino acquistato rimanesse vuoto per oltre 30 anni se lo riprendono. In pratica dovrei riempirlo con qualcuno già deceduto, mi hanno suggerito anche perché nessuno di noi ha voglia di morire entro il 26 luglio. Ma siamo seri? Per mantenere la proprietà mi hanno proposto di riesumare un parente deceduto, di cremarlo, metterlo provvisoriamente nel tombino della zia, che quando ne avrà bisogno (spero il più tardi possibile) staranno insieme al parente riesumato e cremato. Il tutto ovviamente a mie spese».
Statuto e clausola
Insomma pare che accentrare i cadaveri sia l’unica scappatoia qualora qualcuno non muoia in tempo utile.
«A parte che ritengo poco delicato ricordare una simile circostanza a un’anziana, in questo modo si riprenderebbero il loculo del parente che dovremmo spostare e comunque un posto vuoto gli tornerebbe: e i soldi che spendiamo nell’operazione? E quelli che abbiamo speso per l’acquisto? Tutto ciò lo ritengo disgustoso, non riesco a capacitarmi. A titolo giustificativo mi è stato detto che purtroppo da 5/6 anni si sta cercando di cambiare lo statuto, di portare i 30 anni a 60, ma non l’hanno ancora fatto e questa clausola è ancora vigente».