Faenza, lavori a Palazzo Esposizioni: bando da 4 milioni di euro

Faenza

E’ stata pubblicata la gara di appalto per la progettazione definitiva ed esecuzione dei lavori del Palazzo delle Esposizioni. Si tratta di uno dei progetti faentini più consistenti del Pnrr: l’appalto infatti sarà per ben 3.848.558,72 di euro.
Le offerte dovranno pervenire all’Urf (committente) entro le ore 13 del 3 maggio, mentre le buste saranno aperte il giorno successivo alle ore 9. Alla pubblicazione del bando si è potuto procedere previo ricevimento del nulla osta della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio: un’autorizzazione prevista dalle norme del Pnrr.
Come già noto, proprio le indagini di archeologia preventiva hanno portato ad aprire uno scavo avendo individuato i resti di un impianto per la produzione ceramica attribuibile preliminarmente al XVI-XVII secolo (età rinascimentale), costituito da fornaci per la cottura e numerose altre strutture e stratificazioni connesse alla produzione.
Così definisce la Soprintendenza i ruderi scoperti, che storici ed esperti hanno già dichiarato appartenenti alle celebri “Officine Ca’ Pirota” operative a Faenza nel 1500 e di gran lunga la più celebre fra tutte le altre botteghe di ceramica del tempo. Un ritrovamento di grande importanza perché di fornaci di quell’epoca non ce ne sono tante, quindi tutta da indagare.
Risultano perciò motivate tutta una serie di prescrizioni dettate dalla Soprintendenza, che non impediranno l’apertura del cantiere, ma che dovranno essere rispettate nell’area interessata del cortile che dovrà ospitare una “scala monumentale” interferente con i ruderi. Non solo: durante alcune fasi dei lavori è stata disposta la presenza in loco di un archeologo al fine di individuare altri eventuali reperti, oltre a quelli già scoperti che dovessero venire alla luce.
In particolare la Soprintendenza rileva «che le strutture della nuova scala interferiscono parzialmente con alcune evidenze archeologiche individuate», ma trattandosi di «parti di minor rilievo» viene concessa a soddisfazione della richiesta avanzata «una demolizione e rimozione parziale delle strutture archeologiche interferenti con la costruzione della scala stessa» subordinandola però a tutta una serie di prescrizioni, tra le quali si elencano espressamente: «Rispettare le porzioni da demolire indicate; recuperare i materiali archeologici eventualmente reperiti e conservarli insieme agli altri finora emersi dallo scavo; eseguire documentazione fotografica prima della realizzazione della platea di fondazione della scala; proteggere con geotessuto quanto ancora presente al termine della rimozione parziale».
Questo consentirà la partenza dei lavori anche nel punto specifico del cortile dove sarà posizionata la scala. Per quanto riguarda le altre zone dello scavo all’interno del cortile, e non interessate da nuove strutture, nulla può essere toccato «fino alla completa individuazione dei resti del complesso produttivo» precisa la Soprintendenza. Pertanto resta ancora da rivelare se il “Palazzo degli Eventi” ospiterà o meno anche un sito archeologico visitabile o perlomeno se alcune tracce dell'ex fornace saranno rese visibili. NELLA FOTO MMPH, I RUDERI E LA FORNACE SCOPERTI DURANTE GLI SCAVI ARCHEOLOGICI

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