Faenza, la morte dell’amico e l’alluvione: “La mia vita è distrutta, ora mi serve aiuto”

«Non mi vergogno a chiedere aiuto. Sono stati anni difficilissimi e la mia vita è sicuramente cambiata, in peggio purtroppo. Distrutta, come lo sono io dopo tutto quello che è successo».
Raccolta fondi
Sono le parole con cui Nicola Fronte, che oggi ha 38 anni e vive con la moglie a Faenza, spiega la campagna di crowdfunding lanciata per sostenere quelle che sono state davvero spese extra. In quanto inaspettate e inimmaginabili.
L’amico morto schiacciato
Già, perché il suo dramma inizia il 6 giugno di tre anni fa sul luogo di lavoro, un’azienda di Conselice nella quale perde la vita un suo collega e grande amico, schiacciato da un macchinario azionatosi all’improvviso. Davanti ai suoi occhi, talmente vicino da essere indagato per omicidio colposo. «Da allora ho dovuto subire in primis una gogna mediatica – scrive Nicola nella presentazione della raccolta fondi - perché si vociferava che io avessi potuto sbagliare qualche manovra. Ora sono passati oltre 3 anni e il processo si è finalmente concluso con la mia completa assoluzione.
Tuttavia, per difendermi ho speso oltre 25mila euro tra avvocati e periti, a cui aggiungere le spese mediche per le sedute dallo psicologo, perché in quei momenti è tutto troppo difficile. La mia vita da quel maledetto giorno è diventata un inferno».
Il matrimonio senza festa
A pochi mesi da quel tragico evento Nicola si sarebbe dovuto sposare, e così è stato. Ma niente festeggiamenti.
«In un clima surreale – racconta - proprio perché mancava il nostro amico. Poco dopo ho anche cambiato lavoro e poi è iniziato il calvario di processi in cui ogni volta dover ripercorrere quel giorno rivivendo quei drammatici momenti. Per sostenere quelle spese ho anche chiesto soldi in prestito, indebitandomi con finanziarie e amici. Mi sono trovato, e spesso mi trovo ancora, in situazioni drammatiche e così ho iniziato a fare due lavori, ma è dura andare avanti così».
L’arrivo dell’assoluzione
Il tempo passa e le aule del tribunale per lui si chiudono definitivamente con una sentenza dello scorso aprile.
Tuttavia, il tempo per festeggiare l’assoluzione e ritrovare un po’ di serenità non c’è proprio mai stato.
Già, perché solamente due settimane dopo l’alluvione devasta la sua abitazione, le auto e tutto quanto si trovava all’interno di quelle mura.
Altro fango, dopo quello che inizialmente qualcuno gli aveva gettato addosso ritenendolo, senza nessun motivo, in parte responsabile di quell’infortunio che non ha lasciato scampo al collega di poco più grande.
La vita rovinata
«All’improvviso il mio primo incubo era stato offuscato da uno ancora più grande – si sfoga Nicola Fronte -. È difficile da spiegare come ci si sente quando pensi di poter ripartire e invece vieni travolto, anche in senso pratico, da qualcosa di più grande di te. Ecco, io non so bene come funzionano queste cose, ma la mia vita umanamente ed economicamente è stata rovinata – conclude -: vi chiedo una mano almeno sul secondo aspetto, visto che per il primo nessuno potrà mai farci nulla».
Per donare potete consultare il sito gofoundme a questo indirizzo.