Faenza, l'omicidio di Ilenia: la procura chiede il processo immediato

Faenza

Era la trama del delitto perfetto: il sicario pronto a inscenare un furto finito male dopo essere entrato con le chiavi di casa fornite dal mandante, già in viaggio con la figlia verso un alibi lontano. Ma assassini non ci si improvvisa. E gli inconvenienti? Quelli, sono imprevedibili. Così fra indizi, testimonianze, confessioni e riscontri investigativi, sono talmente tante le prove raccolte in cinque mesi e mezzo di inchiesta per la morte di Ilenia Fabbri, che la Procura ha chiuso le indagini chiedendo il giudizio immediato per il 54enne Claudio Nanni, l’ex marito della vittima, e per il 53enne Pierluigi Barbieri, il killer piacentino assoldato per ucciderla. L’atto, firmato dal procuratore capo Daniele Barberini e dal sostituto procuratore Angela Scorza, li accusa di omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione, a cui si aggiungono il vincolo coniugale e i motivi abbietti contestati solo all’ex marito.

Uccisa per soldi

Ilenia aveva 46 anni quando è stata assalita, all’alba del 6 febbraio scorso. Aveva una casa in via Corbara, dove viveva; aveva una figlia, Arianna, di 21 anni; aveva un compagno, Stefano, con il quale voleva sposarsi. Aveva però anche un grosso conto in sospeso con l’ex marito. La loro era stata una separazione burrascosa, lei aveva vinto la causa per la proprietà dell’abitazione e ne aveva intentata un’altra da 500mila euro, citando il 54enne rivendicando gli utili mai ricevuti in 10 anni di collaborazione nell’autofficina che l’uomo gestiva in via Forlivese. Soldi. È questo il movente secondo l’accusa. Nanni era l’unico ad avere interesse affinché Ilenia sparisse, ed era anche l’unico che in più occasioni l’aveva minacciata di morte, sia direttamente, sia sfogandosi con altri. Lei non ne faceva mistero, si era informata per fare testamento e alle amiche diceva, “ se vinco la causa mi ammazza, e non si sporcherebbe neanche le mani, manderebbe qualcuno a uccidermi”. Barbieri era l’uomo giusto per risolvere il problema. Un personaggio non del posto, dalla fama di picchiatore senza scrupoli. Nanni lo aveva conosciuto per la comune passione per le motociclette, sapeva che era appena uscito di prigione e che per soldi avrebbe fatto di tutto. L’accordo era per 20mila euro e un’auto usata, nessun anticipo.

Tre tentativi per ucciderla

Il 10 ottobre l’ex di Ilenia scrive un promemoria nel suo telefonino: chiavi, valigia, buco. È un appunto che colloca allo scorso autunno il primo dei tre tentativi per eliminare la 46enne. Barbieri avrebbe dovuto nascondere il corpo dentro un trolley, sfigurare il volto con l’acido e seppellirla in una buca scavata in prossimità di un cavalcaferrovia. Ma quel giorno il killer viene preso dal panico e il piano salta. Anche il secondo tentativo, poche settimane più tardi, va in fumo. Si fa dicembre e Nanni, in quarantena per Covid, invia un vocale al sicario: “ Una volta che esco dai…dopo si fan tutte queste cose che bisogna fare, ok?”. I tempi infatti stringono, e l’udienza della causa di lavoro è fissata al 26 febbraio. Venti giorni prima viene pianificata l’esecuzione. Nanni organizza una trasferta con la figlia a Lecco per acquistare un’auto usata. La passa a prendere da casa dell’ex moglie pochi minuti prima delle 6, sapendo che la ragazza, uscendo dal garage come d’abitudine, lascerà aperti i chiavistelli interni. Barbieri ha le chiavi, e dopo nemmeno due minuti entra. Il delitto si consuma tra le 6.05 e le 6.20. Ilenia, sorpresa in camera da letto, lotta come un leone: urla, tenta di fuggire per le scale, ma viene spinta, sbattuta a terra trascinata in tavernetta. L’assassino tenta di strangolarla con il manico di una mazzetta da carpentiere, ma lei continua a lottare. I vicini sentono le grida, il campanello suona, squilla anche il telefono. Barbieri prende un coltello da cucina in ceramica lasciato nello scolatoio e la sgozza con un profondo fendente alla gola e scappa. Di lui, in apparenza, nessuna traccia.

La testimone oculare

Il delitto perfetto? Niente affatto. Colpa di un enorme imprevisto. In casa c’è anche la fidanzata di Arianna, rimasta a dormire dalla sera precedente. Chiusa nella stanza, scampa alla furia di Barbieri, e chiama terrorizzata la 21enne, ormai già in autostrada con il padre, facendogli fare inversione di marcia. La sua richiesta di aiuto rimane registrata da un’applicazione installata nel telefono di Nanni, lasciando cogliere il tracollo psicologico di un uomo consapevole di quel che stava accadendo all’ex moglie. Passano pochi giorni prima che la Procura lo indaghi per omicidio in concorso con persona ignota. Dopo 25 giorni di indagini serrate da parte della Squadra Mobile e dello Sco di Roma, viene arrestato insieme al sicario. È la svolta del giallo. Perché il killer (difeso dall’avvocato Diego Dell’Anna) confessa tutto e guida gli inquirenti verso nuove prove schiaccianti a carico del mandante: la buca, il trolley, l’acido, le mappe della casa della vittima. Nanni (ora assistito dall’avvocato Francesco Furnari) si rifugia nel silenzio, vedendo crollare la sua iniziale versione, “ volevo solo spaventarla”.

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