Faenza, installazioni e opere: nuovo progetto del Museo Diocesano

Faenza
  • 06 settembre 2024

Un forte messaggio di pace, fratellanza, unione dei popoli oltre ogni frontiera e confine viene dalla mostra “La casa della via Lattea” allestita negli spazi della chiesa di Santa Maria dell’Angelo (succursale del Museo Diocesano, inaugurazione domani alle 18) con installazioni e opere di Nadia Antonello e Paolo Ghezzi, due artisti che da anni riflettono e si esprimono sui temi della speranza.

Nell’occasione i visitatori saranno chiamati ad interrogarsi su tematiche come la cittadinanza, i desideri smarriti, la via da seguire per un futuro migliore. La via Lattea è qui intesa come la casa del mondo: la residenza galattica di tutti, senza barriere, inclusiva e universale: infatti siamo tutti sotto lo stesso cielo anche dove imperversano guerre, miserie, flagelli.

Partendo da questo concetto ecco il contributo dell’evento ad aggregare in un’unica identità cosmica gli essere umani chiamati a sentirsi tutti fratelli in quanto tutti “figli delle stelle”. Insomma «una patria unica nel firmamento» l’ha definita Nadia Antonello nel presentare le opere, ciascuna messaggera di una dottrina universale.

Ecco perciò la bandiera della via Lattea; l’imponente tela alta tredici metri Under the same sky, realizzata unendo scampoli di stoffe blu sulle quali gli artisti hanno dipinto il cielo stellato.

Le stoffe sono state recuperate dal magazzino di “Diego Arreda” di Solarolo e portano le ferite dell’alluvione del maggio 2023. Sono state cucite dalla cooperativa sociale “Farsi Prossimo di Faenza”.

Al centro della navata si staglia Shooting stars, una grande stella cometa in verticale, pendente dall’alto che si infrange al suolo accendendosi in tempo reale ogni qualvolta una meteora entra nell’atmosfera terrestre (area del Mediterraneo): un allestimento emozionante, possibile grazie al collegamento con il centro Radiotelescopi di Medicina nel bolognese.

L’unione cosmica è dotata anche di “uffici” aperti al pubblico: quello della cittadinanza dove sedersi, compilare e timbrare il certificato di residenza nella via Lattea, quello dei desideri smarriti, dove è possibile inserire in un’urna un modulo per la ricerca del sogno perduto con la speranza di ritrovarlo.

Una mostra quindi giocosa, piena di significati profondi, spirituali, sicuramente interattivi: i visitatori sono invitati anche a conferire stoffe blu che andranno a comporre altre due installazioni nel corso dell’evento.

L’impatto è suggestivo, carico di significati come lo è inoltre l’inno della via Lattea del compositore palestinese Yousef Sakhnini che sarà suonato all’inaugurazione dall’orchestra della scuola di musica Sarti.

La mostra è a cura di Giovanni Gardini per il Museo Diocesano, insieme al quale, oltre agli autori delle opere, sono intervenuti alla preview di ieri il neo nominato direttore della sezione cultura della Diocesi Riccardo Drei e il sindaco Massimo Isola.

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