Faenza, i tesori nascosti dell’epoca napoleonica rivivono al Museo del Risorgimento

Faenza

«Una delle poche autentiche meraviglie napoleoniche presenti in Italia»: così viene annunciata l’esposizione della preziosa divisa da ufficiale di fanteria di linea dell’esercito di Napoleone al Museo del Risorgimento il prossimo 20 aprile, durante “Tesori Nascosti del Museo”, evento (inaugurazione alle 16) che darà risalto anche ad altri eccellenti reperti legati all’imperatore della Grandeur. Restaurata nel 2009, l’uniforme fu messa in mostra durante l’allestimento del 2002 “Napoleone e il Risorgimento Italiano” dopodiché a causa di un difetto alla teca finì nei depositi. Ora sarà nuovamente visibile, in forma stabile, quale una delle testimonianze più preziose legate all’epoca napoleonica, e non solo del Museo faentino, ma d’Italia. «Ce lo hanno confermato i massimi esperti di uniformologia - afferma il curatore Aldo Ghetti -: anzi ne sono rimasti letteralmente abbagliati, perché non ne esistono altre così perfettamente conservate». Il percorso dell’uniforme è perlomeno curioso: «Era finita tra gli abiti di scena della collezione del teatro comunale Masini - spiega Ghetti - e probabilmente fu utilizzata per qualche recita, poi ci si è accorti della sua originalità: i bottoni, i ricami, il tessuto. Qualcuno l’aveva conservata, anche rischiando grosso in quanto simbolo della rivoluzione, e poi chissà perché l’ha ceduta per un utilizzo teatrale». E’ molto probabile che sia stato proprio un faentino o un romagnolo a conservarla se non addirittura ad indossarla. Sì, perché Napoleone - racconta il curatore - aveva nel suo esercito tanti italiani che combattevano per lui e Faenza all’epoca era capitale del Dipartimento del Lamone che insieme a quello del Rubicone costituiva la regione napoleonica in Romagna della Repubblica Cisalpina. Nella città manfreda l’imperatore fece molti proseliti, ma non in Borgo, infatti borghigiani e faentini dopo la Restaurazione continuarono a prendersi a coltellate per oltre 50 anni: a questa divergenza di idee è attribuita la proverbiale rivalità tra gli abitanti delle due fazioni cittadine. Tra coloro che sostenevano Napoleone si instaurò una sorta di smania per conservare le reliquie rivoluzionarie, perciò il nostro territorio ne è particolarmente ricco». C’è indubbiamente del vero perché l’uniforme non è il solo pregiato cimelio presente al Museo. In uno spazio appositamente ricavato, vi saranno soprattutto altri tre preziosi oggetti, addirittura unici: una fibbia con il simbolo della Guardia Reale del dipartimento del Lamone; una tovaglia da tavolo di salotto, di metà ’800, in cui è stampata la scena dell’esumazione delle spoglie di Napoleone da Sant’Elena per essere traslate a Parigi (Palais Des Invalides) dove oggi sono custodite; la maschera funeraria in gesso del volto dell’imperatore, presa direttamente dal cadavere dal dottor Francesco Antommarchi il 5 maggio 1821, quando assistette alla morte e ne stilò il referto. Il medico toscano fu anche l’esecutore dell’autopsia e la sua macabra collezione finì ai donatori del Museo faentino. Negli spazi espositivi creati troveranno inoltre collocazione alcuni quadri, di cui uno rappresenta l’arrivo a Parigi del feretro di Napoleone, in nave sulla Senna. All’inaugurazione presenzieranno in alta uniforme i figuranti del 7° Reggimento Fanteria di Linea, della 28a Légion de Gendarmerie Imperiale e la 9eme Legére.

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