Faenza, Enomondo celebra il trentennale dell’impianto di compostaggio VIDEO GALLERY






Enomondo, società di Faenza partecipata da Caviro Extra e Herambiente, ha celebrato questa mattina il trentennale dell’impianto di compostaggio situato all’interno dello stabilimento in via Convertite. L’evento è stato ideato per sottolineare l’importanza dell’attività di compostaggio, iniziata nel 1995 da Caviro e dal 2010 presa in carico da Enomondo. «L’inaugurazione dell’impianto, sostenuto dalla Commissione Europea come impianto dimostrativo, avvenne il 2 giugno 1995 con un grande convegno internazionale di due giorni - ricorda Sergio Celotti, oggi amministratore delegato di Enomondo -. Per l’epoca si trattava infatti di una struttura all’avanguardia con un sistema automatizzato di rivolta dei cumuli che assicurava condizioni ideali per gestire al meglio il processo di fermentazione. In questi 30 anni abbiamo continuato a investire in tecnologie avanzate e nell’ottimizzazione dei processi, con lo sguardo rivolto a un futuro sostenibile».
L’evento dedicato al trentennale ha preso il via alle 9 con un convegno tecnico realizzato in collaborazione con CIC - Consorzio Italiano Compostatori e Università di Bologna al quale ha presenziato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale. A seguire, la cerimonia di svelamento di una targa celebrativa presso l’impianto di compostaggio alla presenza del sindaco di Faenza Massimo Isola e dei vertici di Enomondo, Caviro e Hera.
Quando Caviro costruì il suo primo impianto di compostaggio nel 1995, l’obiettivo era di recuperare gli scarti agroindustriali non idonei ad altri processi per chiudere così il ciclo produttivo della società. Con una potenzialità autorizzata di 25.000 tonnellate annue di matrici trattate, la struttura produceva inizialmente circa 6.000 tonnellate di ammendante compostato misto, commercializzato con il marchio Econat®.
Nel 2010, la gestione dell’impianto è passata a Enomondo, società nata dalla partnership strategica tra Caviro Extra ed Herambiente per la produzione di energia termica ed elettrica da fonti rinnovabili Questa collaborazione ha permesso di ampliare ulteriormente l’attività, includendo il trattamento di sfalci e potature del verde urbano e sviluppando nuovi fertilizzanti Econat®, come l’ACV - Ammendante Compostato Verde e l’ACFA - Ammendante Compostato da scarti della Filiera Agroalimentare, quest’ultimo riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali proprio grazie all’impulso di Enomondo.
Particolarmente innovativo è proprio l’impianto dedicato alla produzione di Acfa inaugurato nel 2022, che integra tecnologie di ultima generazione per il rivoltamento dei cumuli e la vagliatura prestando particolare attenzione alla gestione dell’aria: un biofiltro tratta 240.000 Nm³ di aria all’ora, riducendo efficacemente le emissioni odorigene grazie a un sistema di scrubber con acido solforico e un biofiltro da 1600 m². Sul tetto dell’impianto, nel 2024, è stato inoltre installato un impianto fotovoltaico da 500 kW e ad inizio anno è stata completata la realizzazione di una nuova tettoia di 5.000 m² per lo stoccaggio dell’Acfa, che aumenta la capacità produttiva e consente tempi di maturazione più lunghi per ottenere un prodotto di ancora maggiore qualità.
Enomondo sta inoltre attuando un potenziamento dell’impianto di tritovagliatura con l’obiettivo di aumentare la capacità produttiva e l’efficienza dei processi. Questo include la costruzione di un nuovo capannone di 1500 m², triplicando la superficie dedicata, e l’implementazione di nuove linee di vagliatura dedicate per ogni tipologia di compost. Una volta ultimati gli interventi la capacità produttiva del sito raggiungerà le 100.000 tonnellate annue di fertilizzanti.
Grande attenzione è rivolta anche al processo di deplastificazione: «Gli sfalci e le potature che riceviamo possono contenere impurità come plastica, ferro e stracci – spiega Lorenzo Valtieri, Responsabile Impianti di Enomondo -. Per questo motivo, abbiamo implementato l’uso di calamite per la rimozione del ferro e di deplastificatori per eliminare la plastica, prevenendo così la contaminazione dei nostri fertilizzanti».