Faenza, dissuasori contro i troppi piccioni in centro storico

Faenza

Si annidano e proliferano nei sottotetti causando danni ad edifici storici, si librano a centinaia sugli stoccaggi a cielo aperto di grandi aziende come Tampieri trovando quintali di cibo, lasciano il loro guano sui monumenti: ormai manca solo che inizino ad attaccare le persone come in “Gli uccelli” di Alfred Hitchcock perché i piccioni si trasformino in un vero e proprio incubo horror.
Il problema viene sollevato ciclicamente da residenti, commercianti, esponenti politici: l’ultimo in ordine di tempo era stato il consigliere regionale e comunale della Lega Andrea Liverani, preoccupato per la presenza dei pennuti nel Palazzo del Podestà inaugurato a settembre dopo anni di lavori di restauro.
È anche per questo che, nel correre ai ripari, l’Amministrazione comunale partirà proprio dall’imponente immobile in piazza. Lo ha deliberato la giunta, approvando il progetto definitivo per “interventi di posizionamento di dissuasori anti-volatili nel centro storico”, dal costo di 5.000 euro.
La relazione tecnica allegata inquadra così la questione piccioni: «Nelle zone dove soggiornano maggiormente, il guano, e a volte anche la presenza di animali morti, provocano l’occlusione dei pluviali di scarico delle acque meteoriche con conseguenti danni agli edifici».
Non solo, perché «a volte riescono ad entrare nelle strutture del sottotetto dove nidificano e, negli anni, si accumulano strati di guano che portano ad un aggravamento di carico sulle strutture con condizioni igieniche non tollerabili». Gli interventi previsti consisteranno nella posa di dissuasori (aghi, reti, filo) per la protezione di cornicioni, superfici e capitelli e riguarderanno sia il lato del Podestà che si affaccia su piazza del Popolo sia quello che dà su piazza Martiri della Libertà.
Ma, naturalmente, la mappa della presenza dei piccioni in città non si ferma al Palazzo del Podestà. Poco distante, la fatiscenza di Case Caldesi, acquistata all’asta nel 2019 da una società riminese ma ancora da ristrutturare, offre un ricettacolo assai gradito: per accorgersene è sufficiente sentire l’odore che aleggia nei vicoli dietro la biblioteca.
E anche il rione Rosso non è da meno: nel disporre la messa in sicurezza urgente del tetto della sede, di recente si è sottolineato come le infiltrazioni abbiano provocato «abbassamenti e modifiche al sotto-gronda che hanno consentito l’accesso ai volatili tra copertura e controsoffitto».

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