Faenza, dagli scavi in centro emergono un antico forno per la ceramica e un pozzo

Faenza

Proseguono le indagini archeologiche sulla fornace per la cottura della ceramica scoperta in centro nel cortile del Palazzo delle Esposizioni.
E’ alta la probabilità che si tratti dei ruderi appartenenti alle celebri “Officine Ca’ Pirota” operanti a Faenza nel 1500 e di gran lunga la più celebre fra tutte le botteghe faentine per lungo tempo.
La Soprintendenza
Lo scavo, sotto l’egida della Soprintendenza, «è di tipo preventivo – ha riferito la sovrintendente stessa, Federica Gonzato – ed è stato avviato, come previsto dalle procedure, a preludio dei lavori di restauro del Palazzo, sul quale si dovrà intervenire con un progetto di restauro finanziato dal Pnrr. Mentre prima in caso di ritrovamenti poteva succedere di bloccare cantieri già avviati, ora si eseguono sondaggi ed eventualmente, come in questo caso, si procede con scavi preliminari, il cui scopo è proprio di non andare ad intralciare i lavori una volta partiti. In questo momento stiamo facendo delle verifiche che dovremmo completare prima dell’inizio del cantiere. Non vogliamo fare perdere quei finanziamenti che hanno una loro tempistica».

E’ dunque immaginabile che, una volta identificato ufficialmente il sito, documentato il lavoro di ricerca svolto e prelevati reperti, si seppellisca il tutto con la richiesta di lasciare sul posto una testimonianza del passato.
I ruderi in vetrina
In questi casi spesso viene allestita una vetrina oppure costruita una vetrata calpestabile sulla pavimentazione che faccia intravedere una parte dei ruderi. Potrebbe anche essere realizzato un filmato da proiettare in un locale dell’edificio una volta restaurato.
Il Palazzo delle Esposizioni diventerà Palazzo degli Eventi: un complesso che, oltre a mantenere la funzione espositiva, avrà un ruolo sociale e aggregativo negli spazi rivisitati esterni e interni, mentre intorno sono previsti interventi nell’ambito della smart mobility che andranno ad interessare anche via Ca’ Pirota.
E’ questo infatti il toponimo della via in fregio al palazzo che fa pensare all’omonima officina ceramica un tempo esistente in zona a cui si riferirebbe il forno.
Il forno e il pozzo
In particolare è stato rinvenuto un antico forno, completo di un grande piano di cottura in pietre refrattarie che risultano rossastre proprio per via del calore assorbito. Vicino al forno, vi è poi un pozzo, ma dovrebbe risalire ad un’epoca successiva. Intorno si possono vedere le fondamenta in laterizi e pietre grezze a suddividere vari spazi.
Altri scavi alla Graziola
In analogia al Palazzo delle Esposizioni, un sondaggio archeologico è stato effettuato anche nell’area Graziola, sempre preliminare a un cantiere Pnrr. Anche qui sono stati effettuati ritrovamenti: frammenti di ceramica (parti di vaso, manici) ma stavolta pare risalenti all’Età del Ferro o comunque al primo millennio a.C. Si tratta di parti di vasellame di uso domestico, fra i quali anche “buccheri”, un particolare tipo di ceramica fatta al tornio, uniformemente nera tanto all'interno quanto all'esterno, resistente al calore, che costituisce spesso una delle caratteristiche della civiltà etrusca. Per intuizione si può supporre l’esistenza in zona di abitazioni o insediamenti tra più antichi esistenti a Faenza. FOTO MMPH

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