Faenza. Cova-Lanzoni, il cantiere che non c’è. «L’azienda non ha svolto i lavori»

Faenza

Da più di un anno la scuola secondaria di primo grado Cova-Lanzoni attende che partano i lavori per il secondo stralcio dell’adeguamento sismico del plesso. Ma il cantiere, dopo che i primi interventi da circa 160mila euro erano stati regolarmente eseguiti nell’estate del 2021, non si è mai aperto e ora Palazzo Manfredi ha deciso di ricorrere alle vie legali, anche perché la mancata esecuzione del secondo stralcio - dall’importo complessivo di circa 500mila euro - ha portato a compromettere l’incasso del contributo che era stato concesso dal Ministero dell’istruzione. La vicenda si trascina dall’estate dell’anno scorso e adesso viene ripercorsa in una delibera, approvata pochi giorni fa, in cui la Giunta manfreda ha stabilito di proporre un ricorso per decreto ingiuntivo davanti al Tribunale di Ravenna.

Il contratto e i rincari

Il contratto d’appalto con l’azienda esecutrice era stato stipulato alla fine di giugno di due anni fa e prevedeva che i lavori venissero eseguiti in due stralci, durante il periodo di sospensione delle lezioni, nel 2021 e 2022. Se per il primo anno tutto è filato liscio e le opere previste sono andate in porto, lo stesso non si può dire per il secondo: come noto, la guerra in Ucraina e i forti rincari hanno provocato un’impennata dei costi, con la conseguenza che molte aziende che in precedenza si erano aggiudicate degli appalti hanno chiesto agli enti pubblici una revisione dei prezzi. Così era accaduto anche per la seconda parte degli interventi alle Cova-Lanzoni, ma l’accordo economico tra Palazzo Manfredi e il privato non è stato raggiunto. Risultato? «L’appaltatore - recita la recente delibera della Giunta - pur essendo stato convocato per ben due volte non si presentava agli incontri programmati e ribadiva la sua impossibilità a proseguire nell’esecuzione dei lavori a seguito dei maggiori costi da sostenere».

Le mosse del Comune

L’Amministrazione comunale ha così deciso di risolvere il contratto con la ditta, inviando una segnalazione all’Anac e disponendo di procedere all’escussione della fideiussione che era stata rilasciata da un’agenzia di assicurazione circa due settimane prima della stipula del contratto. Tuttavia, ancora fino alla data di approvazione della delibera (11 ottobre), «la compagnia assicuratrice risulta a tutt’oggi inadempiente rispetto all’obbligazione di garanzia assunta nei confronti del Comune di Faenza e pertanto si rende necessario il ricorso alla procedura monitoria per il recupero della somma garantita pari a 157.304,37 euro».

La situazione attuale

In tutto questo, nel giro di oltre un anno, i lavori non hanno potuto essere riaffidati a un’altra ditta perché il contributo ministeriale grazie al quale erano stati finanziati gli interventi è venuto meno. E così il cantiere per il secondo stralcio - che riguardava in particolare l’adeguamento del sottotetto, da dotare di travi nuove - non è mai partito. Ad essere avviato, invece, è il ricorso per decreto ingiuntivo in tribunale, con gli avvocati Pierangelo Unibosi e Maria Cristina Tassinari che difenderanno gli interessi del Comune.

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