Faenza, Consiglio comunale: respinta la richiesta di dimissioni di Bosi

Nervi tesi tra maggioranza e opposizione al Consiglio comunale di martedì quando è stato discusso l’odg a firma di Gabriele Padovani (Area Liberale) che chiedeva la revoca dell’incarico all’assessore Massimo Bosi (M5s), in seguito alla nota vicenda dei velox sulla circonvallazione e alle multe cancellate dai ricorsi al giudice di pace con sentenze che hanno messo in evidenza dispositivi installati senza il rispetto delle norme del codice della strada.
Accuse rigettate e ricorso
Lo stesso assessore Bosi aveva già rigettato le accuse di negligenza del suo operato, ritenendo di avere rispettato tutte le regole e che «le sentenze sono frutto di una interpretazione, perciò l’Amministrazione comunale, fatte le debite valutazioni, farà ricorso e impugnerà i provvedimenti fino al terzo grado di giudizio».
Ebbene se l’ordine del giorno come prevedibile è stato rigettato “assolvendo” per il momento Bosi (4 favorevoli alle dimissioni, 3 astenuti e 15 contrari) non si può certo dire che la seduta consigliare non sia stata animata.
Sicurezza: «Fare di più»
Critiche sono piovute perfino dalla stessa maggioranza con il consigliere Alessio Grillini (Italia Viva) che, pur votando contro la revoca di Bosi, ha voluto rimarcare i difetti della strada, in merito alla sua sicurezza: «È evidente che ci sono state delle sanzioni annullate da ricorsi, come pure è evidente che la situazione è in divenire, perché fino alla Cassazione nessuno è colpevole. Apprezzo l’idea dell’ordine del giorno dal punto di vista tecnico, però ritengo che debba essere procrastinato visto che c’è ancora una situazione in divenire, dato l’annunciato ricorso alle sentenze. E’ pure evidente comunque che bisogna fare di più, perché non sono i velox che risolvono la sicurezza sulla circonvallazione. Se il giudizio finale sarà di irregolarità, possono esserci delle responsabilità da ricercare all’interno della macchina comunale. Se la strada fosse stata a norma ora non ci sarebbero tutti questi dubbi sollevati dalle sentenze. Ci sono elementi contraddittori: se un giudice di pace si esprime in modo contrario, sarà pure un suo parere appellabile, ma vuol dire che sarebbe stato bene essere stati prudenti prima, senza esporre il Comune a un possibile danno erariale».
«Spaccature e opacità»
A sostegno di Padovani è intervenuto anche Stefano Bertozzi (FdI): «Questa discussione non è una perdita di tempo come sostenuto dall’assessore Bosi nel suo intervento ma fa emergere spaccature, opacità e scarsa trasparenza. Tra l’altro mi sono stati negati atti sui pareri espressi dalla Polizia stradale. Il milione di euro delle contravvenzioni non è stato utilizzato per aumentare la sicurezza, ma per il pagamento delle bollette comunali e per fare respirare il bilancio».
Andrea Liverani (consigliere del gruppo Lega Salvini) ha ribadito che «l’assessore è totalmente inadeguato per la delega che ricopre, in quanto non ha effettuato le debite verifiche».
«Il problema è la velocità»
A difesa dell’assessore Bosi ha parlato invece il suo consigliere Marco Neri (M5s): «Il problema è la velocità e questi strumenti si traducono in diminuzione degli incidenti stradali e nel salvataggio di vite umane, la velocità, con il 48,2 per cento, è al terzo posto tra le cause di incidente stradale».
Secondo Padovani «un’amministrazione non può penalizzare gli automobilisti con dispositivi ritenuti irregolari da un giudice, quando è lei per prima a non essere rispettosa delle regole che riguardano la strada e la sua tipologia».