Faenza, celebrazioni del poeta “maledetto” Dino Campana

Faenza

Il 20 agosto 1885 nasceva a Marradi Dino Campana, il “poeta maledetto” italiano, forse il più studiato e approfondito degli ultimi decenni, la cui opera letteraria non finisce più di stupire e affascinare a livello internazionale.

Ebbene in occasione del 140esimo anniversario della nascita il suo paese natale Marradi e poi Faenza e Ravenna gli dedicano una trilogia di eventi culturali che non saranno un semplice omaggio, ma eventi in cui anche altre forme artistiche avranno una loro parte correlata, al fine di approfondire l’interiorità del poeta: creatività, relazioni, vita, pensiero attraverso materiale inedito o poco conosciuto.

Si parte da Faenza, quando lunedì 18 (ore 21.15 ingresso libero) la serata “Al cinema con Dino Campana” vedrà Stefano Drei, già autore di diversi studi sul poeta, raccontare “Il più lungo giorno”: il titolo che l’autore marradese diede al suo manoscritto, poi perduto, contenente i versi, ricostruiti a memoria, che confluirono nei Canti Orfici.

«Campana – spiega Drei - trascorse parte dell’adolescenza a Faenza, vi tornò più volte e ambientò in città alcune delle sue pagine più belle. In particolare riferirò di un’avventura, ambientata nell’attuale piazza Lanzoni, vissuta dal poeta ancora minorenne, ai tempi dei primi cinematografi ambulanti».

Drei ha ricostruito quell’episodio che, grazie a sue scoperte, sarà possibile datare con precisione e inserirlo nel percorso umano e poetico, raccontando anche gli esordi del cinema in città. Il tutto sarà accompagnato da proiezioni d’epoca e musiche ispirate al contesto, eseguite da Francesco Chiari.

Nel giorno dell’anniversario, mercoledì 20 sarà Marradi a celebrare il “Genetliaco Campaniano” con “Il Cappotto di Dino Campana” pièce scenica appositamente scritta, testi e regia, da Barbara Betti (musicista, contrabbassista del direttivo del Centro Studi Campaniani). «Il Cappotto – afferma la regista - prende spunto dal racconto omonimo di Giacomo Natta (pubblicato da Sansoni - 1960) amico del poeta, ricco di testimonianze dirette. La performance è infatti costruita sulle dichiarazioni di chi non solo ha frequentato Campana, ma ci ha pure convissuto. Unendo diari, lettere e racconti farò dialogare più personaggi (sempre in contesti in cui parlano o raccontano del poeta) fino alla parte finale in cui l’attore interprete di Natta descrive in prima persona con le parole di Campana cosa accade una sera. Tutti i personaggi sono musicisti, compositori, pittori, giornalisti e scrittori solitamente isolati dal quadro degli studi su Campana, tratti dai carteggi Barbareschi Bastianelli, dai taccuini Barrilli, dalle lettere Kaufman conosciuti solo ed esclusivamente dai musicisti».

A Ravenna, giovedì 21, presso Pallavicini22 Art Gallery, nel quartiere Farini (ore 18.30) inaugura la mostra “”Per Dino Campana da Marradi a Ravenna” a cura di Aldo Savini, in collaborazione con Barbara Betti, visibile fino al giorno 30 (ingresso libero).

Si tratta del secondo evento espositivo di un progetto dedicato al rapporto tra poesia e immagine visiva inaugurato lo scorso anno al Centro Studi Campaniani di Marradi che vedeva la partecipazione di artisti in gran parte romagnoli.

Quindici i partecipanti che hanno scelto un brano tratto da una poesia o da un testo letterario per riviverlo e tradurlo in immagine attenendosi ad un linguaggio espressivo personale che va dalla pittura alla fotografia, all’installazione. Finissage il 30 agosto alle 18:30 con lo spettacolo poetico “Acqua di mare amaro” di Giovanni Tonelli.

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