Faenza, bacino Lotras: "Ancora un mese per la bonifica"

Entro un mese potrebbero finalmente giungere a una conclusione le operazioni di bonifica del bacino di laminazione di via Corgin in cui erano state fatte defluire le acque utilizzate per lo spegnimento dell’incendio che carbonizzò i capannoni della Lotras nell’agosto del 2019. L’annuncio è arrivato giovedì sera in consiglio comunale da parte dell’assessore all’ambiente Luca Ortolani, in risposta a una interrogazione presentata dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Stefano Bertozzi.
L’interpellanza di Bertozzi prendeva spunto dalle numerose segnalazioni inoltrate nei giorni scorsi da cittadini e residenti dell’area, preoccupati per lo stato di conservazione dell’invaso, dove sarebbe stata riscontrata la presenza di «catrami e altre sostanze oleose».
«È un’operazione complicata – ha ammesso Ortolani nella propria risposta –. Ora è quasi terminato lo svuotamento della vasca, dopodiché serviranno altre tre o quattro settimane per terminare la bonifica. Persistono alcune pozze d’acqua perché il fondo irregolare del bacino ha fatto sì che non tutto defluisse in maniera uniforme».
Analisi e smaltimento
Le acque residue verranno quindi aspirate con una apposita pompa e poi inviate a un centro di analisi e poi allo smaltimento, come da disposizioni di Arpae.Le sostanze di cui è stata riscontrata la presenza, soprattutto oli e grassi vegetali, non desterebbero però preoccupazione, anche perché «la vasca – spiega Ortolani – era già stata svuotata e si era poi nuovamente riempita con acqua piovana in seguito a precipitazioni. Si tratta quindi di sostanze irrancidite e raggrumate per essere state sul fondo per così tanto tempo, ma non costituiscono un pericolo per la salute».
A tale riguardo sono già state effettuate alcune analisi scientifiche sui campioni prelevati, dalle quali, sottolinea Ortolani, emergerebbe come il sito sia «non contaminato» e «conforme ai limiti» sanciti dalla legge. Insomma, per dirla come l’assessore con una battuta, in quell’acqua «non andrei a farci il bagno ma non è tossica, né per l’uomo né per l’ambiente».
I costi
Quanto alle cifre spese dal Comune per fare fronte alle operazioni di bonifica, è stata la consigliera della Lega Roberta Conti a intervenire per chiedere se in questi anni vi siano state variazioni al rialzo rispetto ai piani economici iniziali.«Siamo ancora dentro la stima che era stata preventivata dopo il primo intervento d’emergenza, pari a circa 2 milioni e 400mila euro – ha risposto Ortolani –. In un secondo momento sono poi stati stanziati fondi aggiuntivi per la bonifica per circa 500mila euro. Insomma, i costi sono quelli previsti, anche perché non è stato necessario effettuare uno scotico in vasca visto che il terreno non risultava contaminato».
Somme, quelle citate dall’assessore, che un giorno potrebbero rientrare nelle casse pubbliche: Palazzo Manfredi ha infatti recentemente deciso di dare mandato all’avvocato Alessandro Lolli del foro di Bologna al fine di «ottenere il rimborso delle spese sostenute e da sostenersi in futuro per la gestione dell’emergenza ambientale connessa all’incendio».