Faenza, albero crollato: un fungo la causa

Una decina di giorni fa la caduta di un pino su un furgone in via degli Insorti, lunedì il cedimento di una branca di un tiglio nella piazza degli ex Salesiani, che rovinando a terra ha distrutto un’auto e danneggiata un’altra che erano posteggiate, fortunatamente senza lasciare feriti.
Se per il primo caso la Polizia locale ha accertato una causa per così dire “umana” (erano stati riscontrati «chiari segni di un urto»), il secondo episodio ha invece origini del tutto naturali, come spiegano dal Servizio ambiente e manutenzione verde dell’Unione della Romagna faentina. Origini in cui, fra l’altro, la siccità imperante in questa estate canicolare rivestirebbe un ruolo di concausa da non sottovalutare.
«Il cedimento – affermano dagli uffici – è dovuto a un fungo che, penetrando nell’albero, si configura come una carie interna. Si tratta di un fenomeno non osservabile dall’esterno e quindi improvviso e imprevedibile, sul quale potrebbe avere influito anche la siccità». L’Università di Firenze sta studiando questo genere di episodi e, pur mancando dati scientifici definitivi, sembra possibile osservare come gli alberi, messi alle strette da un clima sempre più proibitivo, tendano a difendersi dalla siccità trattenendo acqua nelle ore serali: logico che, in presenza di funghi patogeni, la conseguenza sia un aumento di peso difficilmente sostenibile, con l’esito del cedimento di rami o branche delle piante, proprio come nel caso verificatosi lunedì.
Ieri il Servizio ambiente e manutenzione verde ha incontrato i rappresentanti di Faventia Sales per iniziare a delineare una strategia di intervento, a cominciare dalla verifica sulle altre piante presenti in zona: all’ombra degli alberi degli ex Salesiani sorge infatti un pub ristorante tra i più frequentati della città ed è quindi necessario assumere la massima cautela. Anche perché il fungo in questione potrebbe essere il risultato a lungo termine di imprecisioni del passato.
«Diversi anni fa – raccontano dal Servizio ambiente – furono eseguite su questi alberi alcune potature e capitozzature invasive, ed è proprio da lì che si fanno strada i funghi patogeni per entrare nelle piante».
Al di là di quanto accaduto lunedì scorso, gli uffici dell’Unione rimarcano che «verifiche e monitoraggi su tutto il patrimonio arboreo vengono eseguiti continuamente proprio per cercare di anticipare questo tipo di criticità. Siamo dotati di un programma che consente di intervenire tempestivamente ma il rischio è impossibile da eliminare. Di recente stiamo raccogliendo dati tramite una indagine di censimento attraverso cui realizzare schede sintetiche di ogni albero».
Lo stesso vale naturalmente per gli alberi degli ex Salesiani. Nei prossimi giorni, dopo le analisi di monitoraggio, si capirà come agire concretamente: non si esclude che nell’area venga avviata un’azione di manutenzione del verde.