Faenza, al Masini sfida tra comici per la finalissima del "Premio Alberto Sordi"

Faenza

Uno show di tre ore scivolato via senza accorgersi del passare del tempo, tra risate e divertimento, con il pubblico del teatro Masini spesso interattivo, coinvolto dai comici in gara, dalla coppia di presentatori e dall’ospite Leonardo Manera.
Penelope Landini e Giovanni D’Angella hanno condotto lunedì sera la finale di “Faenza Cabaret - Premio Alberto Sordi”, loro stessi cabarettisti e registi della kermesse, con la supervisione del patron Pasquale Di Camillo, a cui si deve l’ideazione del premio 19 anni fa.
La gara ha visto trionfare un cabarettista calabrese, Santo Palumbo, già distintosi alle selezioni di gennaio al circolo “I Fiori”. Palumbo ha ottenuto il massimo dei voti dalla giuria, presieduta da Giampiero Pizzol e composta anche da Giampiero Bartolini, Enrico Zambianchi, Michele Gaudenzi, Eraldo Tura, Francesco Donati e Giuseppe Mazzacuva.
Per il verdetto c’è voluto un lampo, tanto è piaciuta la performance del trionfatore. Il pubblico ha premiato invece l’imolese Fede Monroe, che ha “giocato” praticamente in casa: è stata la prima ad esibirsi con un monologo nuovo e sagace.

Il vincitore è di Reggio Calabria, ha 40 anni e si occupa di una catena di gelaterie nel milanese. Ha puntato sulla stessa interpretazione delle semifinali, dove aveva primeggiato su altri sette concorrenti. La sua è una vis comica spontanea, confidenziale, assai espressiva anche nella mimica: ha dominato il palcoscenico e ha saputo gestire con sicurezza e capacità il rapporto col pubblico.
«E’ il primo premio che vinco», ha commentato a caldo, ma non è nuovo agli spettacoli di cabaret: ha frequentato il laboratorio comico di Zelig e a maggio si esibirà proprio nel tempio della comicità milanese con uno show a fini benefici: «Spesso i miei spettacoli sono a scopo umanitario a favore di ammalati oncologici, di ospedali, di chi ha bisogno», ha precisato.
Nei dieci minuti a disposizione ha raccontato episodi, luoghi comuni calabresi a rispecchiare la realtà attuale o passata, trovando spunti inediti ed esilaranti come quello della visita parenti (“i visiti”) che dal sud vanno in forze al nord per le feste, i funerali, i matrimoni, i compleanni, consumando precisi rituali di cui ne ha sottolineato le stravaganze, il grottesco e il paradossale.

Il pubblico ha gradito tutte le esibizioni anche di chi non ha vinto nulla: il sardo Aurelio Sechi, la milanese Elisa Marinoni, il napoletano Gennaro De Sio, il bolognese Carlo Albertin.
Tra gli ospiti ha avuto spazio la “Metallurgica Viganò” che ha festeggiato al Masini i 30 anni di carriera. Il patron Di Camillo ha annunciato un ventennale il prossimo anno ancora più scoppiettante. FOTO MMPH

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