Faenza, al Festival della Ceramica proposte, nuovi incontri, scoperte

Oggi giornata di chiusura di Argillà. Evento clou saranno le prove del Mondial Tornianti nella nuova location davanti al Duomo. Il torneo mondiale dei maestri al tornio vede il record di ben 82 iscritti di varia nazionalità. Mentre ieri si sono svolte le gare della categoria “Esteta” e in serata la spettacolare esibizione dei “Bendati”, oggi i tornianti si misurano nelle talentuose realizzazioni della “ciotola più grande” e del “cilindro più lungo”. In mostra davanti alle postazioni sono le opere pervenute del Premio Gino Geminiani l’Oro del vasaio.
A calamitare le massime attenzioni è sempre la mostra mercato e gli stand dei ceramisti per le vie di Faenza. Molto frequentate anche le esposizioni, sia quelle “istituzionali” sia le “private” o “personali” dislocate per il centro storico. Ieri anche nelle ore più calde (35° alle 15) il flusso della folla è stato ininterrotto.
Si segnala qualche lamentela sulla chiusura serale alle ore 22, quando magari vista la calura sarebbero le ore più piacevoli da trascorrere all’aperto. Venerdì infatti con le strade ancora stracolme i ceramisti hanno dovuto iniziare a chiudere i gazebo nell’imbarazzo generale del pubblico. L’orario però si è dilatato spontaneamente e la chiusura è avvenuta molto a rilento.
Girovagando per Argillà, oltre a restare ammaliati dalle proposte degli espositori, si fanno incontri con realtà ceramiche eterogenee con personaggi, artisti, operatori di un settore che vanta un panorama articolato di espressioni.
La restauratrice
In piazza del Popolo incontriamo Simona Serra, restauratrice di Modigliana, ma con studio a Faenza presso il Museo Carlo Zauli, dopo che il suo laboratorio al vecchio mulino dell’Isola, vicino al ponte Rosso, è stato devastato dall’alluvione. Si è diplomata all’istituto Ballardini e ha frequentato diverse botteghe prima di aprire la sua attività. Nel gazebo promuove corsi di restauro amatoriali. In piazza ha portato alcuni esempi di interventi svolti su una madonnina del 1700, su una ciotola in stile compendiario del 1500 e su un piatto in stile calligrafico del 1600.
«Nel mio studio - afferma - ospito anche stagisti e mi avvalgo di collaboratori. Si rivolgono me privati, istituti, musei e mi capitano anche lavori in esterno». La ceramica è preziosa, ma fragile, quindi questo mestiere è uno dei tanti di una filiera che solo Faenza può vantare così completa.
Mostra al Palazzo del Podestà
Al Palazzo del Podestà è un via vai continuo per vedere “Ceramiche a Palazzo” curata da Viola Emaldi: una rassegna in cui anche l’allestimento scenografico trasmette suggestioni. Il percorso pone in evidenza un centinaio di oggetti realizzati da maestri d’arte sulla via Europea della Ceramica: è il più importante evento espositivo dedicato al Made in Europe contemporaneo.
Da Faenza è presente anche la nota Bottega Gatti, e poi a celebrare l’alto valore dell’artigianato artistico vi sono maestri da Limoges, dalla Turchia, dalla Grecia, dalla Germania, dalla Spagna, da Malta e altri paesi europei. Una collezione di pezzi unici, firmati e in serie limitata: frutto di una sapienza inimitabile e di un lavoro che non tiene conto del tempo.
Musei e mostre in strada
Sul marciapiede di corso Mazzini (dal 64 al 66) troviamo “Ritrovamenti” installazioni di Cristian Cimatti, artista di Meldola che esprime il suo estro in forme che mescolano ceramica a legno, metallo e parti organiche.
In piazza del Popolo sono presenti alcuni musei come quello di Beroun nella Repubblica Ceca in cui trovare mostre permanenti sulle ceramiche rinascimentali e sulla storia dell’artigianato locale che utilizza tecniche antiche ormai dimenticate. Una piacevole scoperta è la ceramica di Mondaino, il piccolo comune nel riminese della cui manifattura si era accorto ancora nel 1923 anche Gaetano Ballardini. Il paese promuove la collezione che espone ritrovamenti provenienti da scavi recenti, da cui le basi per riappropriarsi del ruolo che gli spetta nella maiolica italiana.