Faenza, agricoltura: rete di protezione contro lo sfruttamento e il caporalato

Faenza

C’è anche l’associazione faentina Farsi Prossimo nella rete nazionale di organizzazioni del terzo settore coinvolte in un piano di lotta al fenomeno del caporalato.
A livello locale l’impegno si traduce nel coordinamento fra istituzioni pubbliche e private: l’Unione dei Comuni della Romagna Faentina con i suoi Servizi alla Comunità, la prefettura, Cisl, la Consulta del volontariato e delle associazioni della Romagna Faentina, Progetto Policoro della diocesi di Faenza-Modigliana, le Caritas diocesane limitrofe e le Caritas parrocchiali.

L’azione anti caporalato di Farsi Prossimo ha preso piede dallo scorso marzo, quando è stato avviato uno sportello di ascolto al quale si possono rivolgere vittime o potenziali vittime di sfruttamento. Ma qual è il quadro del territorio faentino? A fare il punto è Barbara Lanzoni, referente del progetto. «A livello locale – afferma – non si assiste a fenomeni di vero e proprio caporalato. Le persone che finora si sono rivolte al nostro sportello evidenziano più che altro situazioni di bisogno».

Insomma, per quanto riguarda il lavoro nei campi del comprensorio manfredo il problema non sembrerebbe essere il caporalato puro (anche se nel Ravennate in passato non sono mancati i casi), quanto il cosiddetto “lavoro grigio”, pratica purtroppo sempre più diffusa, sulla quale aveva lanciato l’allarme poche settimane fa lo stesso Osservatorio Caritas.
«Sostanzialmente – spiega Lanzoni – si tratta di una formula per la quale le paghe non corrispondono al totale delle ore lavorate. A questo si aggiunge una condizione di precarietà diffusa che colpisce specialmente le persone più fragili, con il potenziale rischio di incappare in reti irregolari».

Da quando è stato aperto lo sportello, sono una decina le persone che si sono rivolte agli operatori: si tratta di numeri che, da un lato, non consentono di tracciare un disegno preciso della situazione locale ma che, dall’altro, sono di per se indicativi della comprensibile reticenza di molti a parlare di problematiche che toccano così nel profondo la concezione della dignità umana.

«Non è facile trovare qualcuno che si esponga direttamente su questo tema – commenta ancora Barbara Lanzoni – e perciò il nostro lavoro si concentra su una ricerca di determinate situazioni. Possiamo farlo grazie a una nutrita rete di soggetti: il nostro ruolo non è solo quello di segnalare o scardinare fenomeni di caporalato, ma anche fornire un sostegno immediato».
Il tema sarà al centro di una conferenza di approfondimento che Farsi Prossimo sta organizzando per il 17 gennaio 2022: tra i presenti interverranno il prefetto Maria Rosaria Mancini, l’assessore alle Politiche sociali, Davide Agresti, e il coordinatore del progetto Sipla-Centro Nord, Alessandro Armando.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui