Diventa pubblica la casa del “poeta maledetto” Dino Campana: diventerà un centro culturale nazionale

Faenza

C’è una novità importante legata al poeta Dino Campana e alla promozione culturale della sua opera che si traduce anche in termini turistici per l’alta valle del Lamone.

La casa che fu dell’autore de “I canti orfici” in viale Baccarini è diventata patrimonio pubblico: l’immobile è stato infatti acquistato dall’Unione Montana dei Comuni del Mugello che ha investito 105mila euro con l’obiettivo di ricavarne una casa museo dedicata all’illustre marradese, aperta a studiosi, visitatori e turisti.

Ma in modo più esteso l’affare rientra in una strategia di valorizzazione del territorio che avrà un polo culturale di valenza internazionale, considerate le attenzioni che attira Campana nel panorama letterario.

La casa è un “terracielo” con giardino nel cuore del paese collinare messa in vendita nel 2019. La trattativa dunque non è stata breve e nemmeno semplice: appena saputo della vendita da parte degli eredi del poeta che risiedono in Sicilia, il Comune di Marradi rivolse subito un appello a tutte le città campaniane e alla Regione Toscana affinché fosse costituita una cordata di partecipazione alla spesa d’acquisto.

Solo adesso finalmente il sindaco Tommaso Triberti, che si è adoperato fin dall’inizio, può ritenersi soddisfatto di quanto andato in porto ed è grato ai colleghi dell’Unione: «È stata un’emozione enorme – dichiara - firmare l’acquisto in qualità di presidente dell’Unione Montana dei Comuni del Mugello e ci tengo a ringraziare chi ha lavorato insieme a me nel lungo percorso, denso di inciampi. Alla fine abbiamo raggiunto il risultato sperato. Adesso inizieremo a lavorare per la riqualificazione e la valorizzazione dell’immobile, con l’impegno di farlo diventare nel più breve tempo possibile un polo importante della cultura nazionale».

Non si tratta della casa natale di Campana, che andò distrutta dalla guerra, «ma di quella dove il poeta trascorse la giovinezza e visse i primi disagi e dissapori con la madre - spiega il presidente del Centro Studi Campaniani Walter Scarpi -. È la casa nella quale, ritirandosi in una stanzina, in soffitta, scrisse il suo capolavoro, dunque fondamentale punto di forte di richiamo per tutto il mondo che ruota intorno al personaggio».

Già nel 2019 l’edificio, su quattro piani per 350 metri quadrati, era abbandonato da decenni, infatti non c’è da meravigliarsi per il prezzo, apparentemente basso, dovuto alle condizioni quasi completamente fatiscenti, chiuso in una strada stretta e con poca luce, e con una sola stanza arredata con mobili d’epoca.

Il rischio era che la casa entrasse nelle mire di qualche imprenditore per scopi che ne snaturassero il valore culturale. Visti gli spazi disponibili, l’auspicio è che la casa possa ospitare anche una foresteria, oltre ovviamente alla sede del Centro Studi campaniani.

Per la gestione si parla di una nascente Fondazione Dino Campana, promossa da Regione Toscana e Comune di Marradi.

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