Disagi lungo la strada tra Faenza e Marradi, problemi per pendolari e studenti

E’ diventata una vera e propria Odissea viaggiare tra Marradi e Faenza. Ne sanno qualcosa gli studenti e i pendolari che ogni mattina fruiscono dei bus sostitutivi del treno, essendo la ferrovia ancora interrotta dal 19 settembre scorso dopo l’ultimo evento meteo che ha provocato frane e bloccato una circolazione, già difficile fin dall’alluvione del 2023.
Una settimana fa Rfi ha annunciato la riapertura entro 10-15 giorni, ma incomberà sempre la possibilità di interruzioni a causa degli allerta meteo. Finché la linea non sarà sistemata adeguatamente - come dovrebbe avvenire visti gli ultimi finanziamenti di oltre 29 milioni e mezzo di euro destinati ad Rfi dalla Struttura Commissariale - è soggetta a frequenti blocchi ogni qualvolta scatta un’allerta arancione della Protezione civile e intervengono i sensori del sistema Sanf, di monitoraggio delle frane.
«Dovrebbe riaprire sabato o lunedì», ha riferito il sindaco di Marradi Tommaso Triberti, che nei giorni scorsi aveva chiesto che almeno il servizio delle corriere fosse «dignitoso, con un numero di corse adeguato a smaltire il traffico passeggeri». I bus infatti non possono essere una soluzione sopportabile a lungo perché la percorrenza sulla strada provinciale nr. 302 di 35 km, da coprire ufficialmente in 55 minuti (a poco più di 38 km/h), si prolunga spesso anche di mezzora e oltre, per via di una strada che è un budello, piena di cantieri, impianti semaforici alternati e che anche in condizioni normali rende problematici gli incroci tra mezzi pesanti, attraverso paesini dove pure i millimetri vanno calcolati per riuscire a non urtarsi e ad evitare di scalfire i muri delle case.
Ora è un delirio. Se si incrociano due corriere in certi tratti si fa presto a perdere anche 10 o 15 minuti (minimo). E se si incontra un camion è ancora peggio.
Gli autisti fanno i miracoli, ma si blocca pure il restante traffico leggero. Perciò la strada è diventata un’odissea per tutti. Arrivare a Faenza è come giungere a Itaca. Con il treno, prima del 2023, da Faenza a Marradi occorreva poco più di mezzora, ad una media intorno ai 70 km/h, calcolando anche le fermate nelle stazioni e gli incroci con altri treni.
Ora invece il viaggio è tutto uno stress e i disagi sono enormi. Ripristinare la ferrovia definitivamente è una priorità dovuta a tutta la popolazione della valle del Lamone e località collegate come Palazzuolo sul Senio, da dove arrivano studenti che ogni mattina si portano a Marradi, per poi salire sul bus in direzione Faenza. Per loro il viaggio può durare anche due ore. Si aggira intorno all’80% il flusso dei marradesi verso Faenza.
C’è da dire che anche durante l’estate la ferrovia Faentina è rimasta totalmente chiusa per lavori ad un ponte sul Lamone tra Marradi e Crespino e per l’installazione del sistema Ermts (distanziamento treni), che ha visto investire da parte di Rfi 140 milioni di euro.
Un investimento improntato a dare un servizio migliore, che comunque non è quello attuale e nemmeno l’andamento a singhiozzo durante le allerte meteo.
Come annunciato da Rfi ad inizio ottobre la linea da Marradi a Faenza riaprirà entro 10-15 giorni. Quindi probabilmente siamo agli sgoccioli, se non vi saranno temporali importanti ovviamente.