Il Mulino Scodellino entra a far parte di “Emilia- Romagna dei Tesori”, un progetto del Touring Club Italiano che si propone come guida nella ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, storico, ambientale e sociale della nostra regione. Ogni scheda è un suggerimento di viaggio nel territorio regionale o un semplice contributo di conoscenza di luoghi da tutelare o, anche, di scoperta di personaggi storici straordinari che all’Emilia-Romagna hanno dato fama e lustro. Si tratta di luoghi e itinerari mai banali o scontati e personaggi dei quali spesso si è perduta la memoria.
Il Mulino Scodellino o della Contessa sorge a circa due chilometri dal centro di Castel Bolognese. Probabilmente deve il suo nome più conosciuto alla “scudella” di farina che il mugnaio tratteneva a compenso della molitura.
E’ l’ultimo esempio ancora funzionante della serie di mulini in mattoni sorti tra il XIV ed il XV secolo lungo il canale che da questi prese il nome di Canale dei Molini, come peraltro numerosi corsi d’acqua punteggiati dalla presenza di mulini o costruiti proprio per tale scopo. L’edificio apparteneva a un articolato sistema, che comprendeva la chiusa sul fiume Senio (Diga Steccaia), un canale per le attività di macina e per l’alimentazione del fossato del castello medievale e la costruzione di mulini ad acqua lungo il suo corso. È una costruzione rustica, realizzata in mattoni a vista e di solida struttura, che si affaccia su via Canale con un caratteristico portico basso sorretto da grosse travi e da archi di rinforzo.
Al piano terra, in un primo locale, sono installate due macine di pietra, l’una idonea alla macinazione del frumento, l’altra per il granoturco, entrambi databili nel 1400. Ogni impianto di macinazione è costituito essenzialmente da due palmenti, le macine di pietra di cui una fissa e l’altra rotante sopra di essa, che vengono mosse dalla forza dell’acqua battente sulle pale della ruota idraulica, il “ritrecine”.
L’involucro esterno e la tramoggia, l’apparecchio per lo scarico, per gravità, dei cereali, costruito a forma di cono con base minore in basso munita di apertura chiusa da un portellino, in legno sono ancora ben conservati.
In un secondo locale, si trovano poi un buratto a forza centrifuga, macchina utilizzata per separare la farina dalla crusca e una tarara, essenzialmente un ventilatore per separare i cereali dalle impurità o per dividere cereali diversi per peso o dimensione. Sono macchine che risalgono alla fine dell’Ottocento, ma qui installate nel 1935.
Il mulino, anche se non più funzionante da molto tempo, è stato abitato e custodito fino al 1996, poi lasciato in stato di abbandono. Il Comune di Castel Bolognese negli anni 2010 e 2011 avviò i lavori di restauro del mulino e dell’area esterna. Nel 2016 è stata riattivata la vecchia macina con molatura ad acqua, che ha permesso la ripresa della produzione di farina, macinata a pietra, a marchio del Mulino.
Nel 2020 furono terminati i lavori della “Corte del Mulino”, l’edificio, databile al 1700, situato vicino al mulino ed originariamente utilizzato come granaio e stalla. Inaugurata nel luglio 2021 oggi è un ampio ambiente da cui sono stati ricavati spazi destinati ad attività culturali. La gestione è stata affidata all’associazione Amici del Mulino Scodellino.