Casola, frana sulla strada provinciale
La strada ora è stata chiusa al traffico almeno fino al prossimo lunedì e fortunatamente l’entità dell’evento è stata non rilevante, ma lo smottamento che nella notte tra martedì e mercoledì ha provocato la caduta di alcuni massi sulla strada provinciale 63 Valletta-Zattaglia dalla soprastante parete marnoso-arenacea è solo l’ultimo episodio verificatosi in un territorio che, per la sua stessa conformazione naturale, è continuamente esposto al rischio di eventi franosi.
La zona interessata è quella che si incontra appena usciti dall’abitato di Casola, andando in direzione di Zattaglia lungo la cosiddetta “via Storta”, prima del Ponte dei Mulini e quasi in prossimità dell’incrocio che scende verso il parco fluviale.
Nulla a che vedere, questa volta, con l’enorme frana che nel febbraio del 2015 fece collassare nel fiume Senio buona parte del campo sportivo Nannini, ma in geografie come quella casolana l’attenzione non è mai troppa: «In questi giorni verrà eseguita una perizia geologica – spiega il sindaco Giorgio Sagrini – e lunedì arriverà anche la Protezione civile per effettuare alcune verifiche». Sebbene i massi rotolati sulla strada siano stati rimossi tempestivamente, guardando la parete rocciosa sembra infatti che vi siano altri massi in procinto di staccarsi.
Eventi del genere sono tipici dell’area casolana: «Le strade rurali sono le più colpite da fenomeni di dissesto idrogeologico – spiega Flavio Sartoni, assessore alle Politiche ambientali –. Può capitare, specialmente se piove dopo periodi molti secchi».
Proprio quello che è accaduto l’altra notte. Se il mutamento climatico spinge l’ambiente verso parentesi siccitose sempre più lunghe, intervallate da precipitazioni violente e improvvise, le caratteristiche geologiche del Comune rendono inevitabilmente Casola un’osservata speciale in termini di rischio frane.
E il sindaco Sagrini lo sa bene: «Oltre ai ripristini di frane lungo le strade di competenza comunale, finanziati dalla Protezione civile – dice – è necessario intervenire con la messa in sicurezza tramite reti delle pareti rocciose marnoso-arenacee».
In quest’ultimo caso, molto dipenderà dai finanziamenti che verranno concessi: la realizzazione di reti di contenimento risulta ora più dispendiosa che in passato, essendo schizzato in alto il prezzo del ferro. Ma le zone dove si vorrebbe intervenire sono comunque costantemente monitorate. Per quanto riguarda invece la messa in sicurezza di strade, la Protezione civile regionale ha già messo a disposizione del Comune 31mila euro per via Mongardina e 37mila per via Sintria.