Cacciatore ucciso a Castel Bolognese, tornano i Ris

Dna e sangue. Due nuovi accertamenti tecnici sul materiale sequestrato, vestiti in particolare, e sulle tracce trovate nel luogo del delitto. Trascorsi ormai cinque mesi dall’omicidio, i Ris tornano a occuparsi del caso di Felice Orlando, il cacciatore 49enne di origini cosentine ucciso con due colpi di fucile lo scorso 29 ottobre a Castel Bolognese e trovato morto la mattina successiva tra i frutteti retrostanti l’abitazione di via Cupa, dove abitava. L’accertamento disposto dalla Procura avverrà nel rispetto del contraddittorio. Ed è per questo che ieri, durante il conferimento incarico al maggiore Cristian Faccinetto, biologo del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, erano presenti anche i difensori delle due persone al momento indagate (oltre al legale nominato dai familiari della vittima), che potranno così seguire le operazioni di analisi tutelando il diritto di difesa dei propri assistiti. Rispettivamente hanno nominato a loro volta come consulenti tecnici, il medico legale Rafi El Mazloum dell’università di Padova (decisivo con la sua perizia nell’assoluzione dell’ex infermiera Daniela Poggiali, ndr), e il biologo forense milanese Pasquale Linarello.

I quesiti della perizia

Due, si diceva, i fronti sui quali il perito si dovrà esprimere entro i 90 giorni chiesti per espletare le analisi. Si tratta da un lato di accertamenti biologici, dna in particolare, su reperti di varia tipologia sequestrati nelle rispettive abitazioni, alla ricerca di tracce riferibili alla vittima, agli indagati stessi o a terze persone al momento non ancor finite sotto inchiesta. Tra il materiale ritenuto d’interesse investigativo, sono stati acquisiti e campionati dagli inquirenti anche indumenti.

Secondo fronte, l’analisi delle tracce di sangue, nota in campo di scienza forense come bloodstain pattern analysis. Una procedura che parte dalla rilevazione dei rilievi emetici per ricostruire la proiezione dinamica dell’omicidio, per esempio ricostruendo angolo e direzione degli spari a partire dalle diverse tipologie di gocciolamento. Ed è chiaro che l’attenzione, in questo senso, è rivolta sul primo dei due colpi esplosi dall’assassino: quello alla schiena, da una distanza fra 1,5 e 3 metri, che ha preceduto il secondo sparo fatale alla testa, a distanza ravvicinata. Tempo fino al 5 giugno per depositare la perizia.

I dettagli nel Corriere Romagna in edicola

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui