Venti opere comprendenti sedici tele e quattro sculture dell’artista brisighellese Velda Ponti (1934-2020) sono state donate dal nipote Fabrizio Naldoni al Comune di Brisighella. L’operazione, finalizzata di recente e seguita dall’assessora alla Cultura, Karen Chiarini, avrà importanti risvolti.
«Come da accordi con il donatore – spiega Chiarini – a gennaio le opere saranno visibili in una mostra dedicata a Velda Ponti nella galleria comunale la Manica, esposte in commistione ad altre ricevute in prestito. Al termine, un blocco selezionato acquisiti sarà destinato stabilmente alle scuole del nostro territorio, nessuna esclusa, considerato che l’artista tra i suoi primi cicli creativi ha riservato particolari attenzioni all’infanzia e ai giovani».
Va detto infatti che Velda Ponti è stata anche un’importante e famosa illustratrice di letteratura per ragazzi con lo pseudonimo di Velp, utilizzato poi in altre fasi della sua carriera. Un dipinto in particolare sarà invece installato in modo permanente lungo lo scalone nobile di palazzo Maghinardo (il Municipio).
«Vogliamo dare il massimo risalto a questa nostra artista – ha proseguito Chiarini - esponente a pieno titolo di una feconda schiera di illustri brisighellesi che si sono distinti in campo creativo».
Ugonia (pittore, litografo), Rosetti (scultore), Dalmonte (pittore), Sassi (ceramista), il binomio Bartoli e Cornacchia (ceramisti), Marino Montevecchi (ferro battuto), Palli (scultore legno), Pino Parini (artista ad ampio spettro e scienziato), sono solo i primi che vengono in mente di un panorama di nomi davvero vasto di celebrità brisighellesi nel campo delle arti visive ed estetiche.
Velda Ponti è una figura di spicco della pittura figurativa del Novecento e le sue opere si intrecciano perfettamente con lo spirito e la natura brisighellesi.
Originaria di Faenza, dove frequenta la scuola di disegno Minardi diventa brisighellese per matrimonio con il ceramista Walter Bartoli, e non ci mette molto ad affinare una collaborazione con il grande Mattia Moreni, uno dei più grandi espressionisti del XX secolo, con studio in paese. Velda ne diventa seguace, allieva e discepola e il suo lavoro assume sfumature ispirate al grande mentore. Negli anni le opere si susseguono dando vita a vari cicli: quello dei carciofi, dei paesaggi, degli uccelli, dei ritratti. E più di recente: le Farfalle, i Mangiatori di farfalle, i Ricordi, L’identità dimenticata, Parole e segni, Gli alfabeti, Gli eroi di carta e di pietra, Gemellaggi, Contaminazioni.
Le sue espressioni mettono d’accordo critica e pubblico, dimostrando coerenza nei vari passaggi, un’anima libera e impetuosa, un’emotività contagiosa e un’estrema sintesi tra visivo e concetto in linea con i movimenti di fine 900.
I segni, i colori, i soggetti vagano sulla tela in tracciati separati, secondo la gestualità manuale dalla quale è dominata, restando però imbrigliata in una dimensione razionale.
L’attività espositiva, partita nel 1957, è rimasta praticamente ininterrotta fino al primo decennio del 2000, principalmente in Italia, ma anche all’estero, a Madrid per esempio.